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Catania, difesa di ferro: al Massimino sfida al tridente del Benevento

23-10-2025 18:41 - Campionato
Autore: Andrea Mazzeo

Il Catania si prepara all'ennesimo esame di maturità, dopo quello superato contro la Salernitana. Al “Massimino” arriva il Benevento, una delle squadre più prolifiche del campionato, già capace di segnare 19 reti in 10 gare. Ma la formazione di Toscano può contare su una certezza: una difesa che, tra le mura amiche, non ha ancora concesso nulla.

A guidare il fortino rossazzurro c’è Andrea Dini, portiere di affidabilità e sicurezza. I numeri parlano per lui: zero gol subiti in casa, appena cinque in trasferta e otto clean sheet complessivi. Il suo rendimento è la base su cui si regge una retroguardia solida, organizzata e capace di adattarsi a ogni tipo di avversario.

Davanti a lui, un tridente centrale di tutto rispetto formato da Mario Ierardi, Matteo Di Gennaro ed Alessandro Celli, che ormai hanno trovato un’intesa perfetta. Il primo, difensore con il vizio del gol, ha già timbrato il cartellino tre volte — contro Foggia, Monopoli e Siracusa — confermandosi risorsa preziosa anche sui calci piazzati. Il secondo, uomo d’esperienza e personalità, ha indossato la fascia di capitano in quattro occasioni prima del rientro di Di Tacchio, e con 847 minuti giocati si è dimostrato uno dei perni insostituibili della squadra. Sul lato sinistro, invece, c’è Celli, il “figliol prodigo” tornato in campo dopo un periodo fuori lista. Da quando è rientrato, non ha più lasciato il suo posto: 665 minuti disputati con la consueta determinazione, interrotti soltanto dall'infortunio che lo ha messso fuori causa contro Monopoli e Cosenza. Una storia di professionalità e riscatto che ben racconta lo spirito del gruppo.

Il Catania, dunque, arriva al confronto con il Benevento con numeri difensivi di assoluto livello. Ma il compito che attende Dini e compagni non è dei più semplici. La squadra di Auteri gioca un calcio offensivo, dinamico e verticale, e dispone di un tridente che in Serie C si vede raramente per qualità e continuità.

Sulla fascia c’è Davide Lamesta, già a segno tre volte in stagione e pronto a migliorare i cinque gol dello scorso campionato. Il suo istinto lo porta spesso a tagliare verso l’interno, sfruttando gli spazi lasciati dal centravanti. E al centro dell’attacco c’è Francesco Salvemini, classe ’96, reduce da tre stagioni consecutive in doppia cifra tra Giugliano e Cerignola: 16 gol nella passata stagione e già 8 in quella attuale. Un attaccante maturo, concreto e letale, capace di far male in ogni situazione. A completare il reparto offensivo c’è Jacopo Manconi, arrivato a Benevento lo scorso anno e subito protagonista con 9 reti. L’ex Albinoleffe, che in tre stagioni in Lombardia aveva segnato 48 gol, ha già messo insieme 5 centri in questo campionato. È l’emblema della continuità realizzativa di un tridente che sa abbinare velocità, tecnica e istinto.

Numeri che ricordano, per intensità e produttività, la Ternana delle meraviglie di cinque anni fa, quella capace di schiacciare il campionato con 95 gol in 36 partite. Eppure, se il Benevento può vantare uno degli attacchi più spietati della categoria, il Catania ha costruito la propria forza proprio nella compattezza difensiva.

Domenica al Massimino andrà in scena una sfida tra filosofie opposte: da una parte la solidità, la disciplina e la concretezza dei rossazzurri; dall’altra la fantasia e la spinta offensiva dei sanniti. Una partita che promette spettacolo e che dirà molto non solo sulla tenuta della difesa etnea, ma anche sulle ambizioni future di una squadra che, passo dopo passo, sta trovando la propria identità.

Il Catania, davanti al proprio pubblico, non vuole cambiare copione: chiudere gli spazi, alzare i giri nei momenti chiave e continuare a far valere la legge del Massimino, dove finora nessuno è riuscito a passare.