Raffaele torna al Massimino: sfida al passato e sogni di riscatto
16-10-2025 10:40 - Campionato
								Autore: Redazione
C’è un filo sottile che lega Giuseppe Raffaele al Catania. Un legame nato anni fa, quando il tecnico siciliano sedeva proprio su quella panchina, provando a riportare entusiasmo in una piazza che vive di calcio e passione. Oggi, a distanza di cinque anni, Raffaele torna al “Massimino” da avversario, alla guida della Salernitana, in una sfida che ha il sapore di un ritorno alle origini.
“Fin da bambino – ha raccontato l’allenatore in un’intervista raccolta da Il Mattino – sognavo di poter vivere il calcio da protagonista. Catania è stata una tappa fondamentale, un’esperienza che mi ha fatto crescere come uomo e come tecnico.”
Raffaele conosce bene ogni angolo del Massimino. In quell’impianto, durante la stagione 2020-21, visse momenti intensi: il calore delle Curve, la pressione della piazza, ma anche la soddisfazione di aver costruito un gruppo competitivo, nonostante mille difficoltà societarie.
Ora ci torna da rivale, con la sua Salernitana lanciata verso l’alta classifica e decisa a confermare il successo ottenuto a Monopoli. L’allenatore granata pensa di riproporre lo stesso undici di quella gara, con un sistema di gioco equilibrato ma offensivo, fedele alla sua filosofia: attaccare sempre, con ordine e coraggio.
Raffaele ha costruito la sua squadra su principi chiari: intensità, palleggio, verticalità e compattezza difensiva. A Monopoli ha trovato risposte importanti da uomini come Donnarumma e Golemic, pilastri di un reparto solido, ma anche da giocatori come Anastasio e Ubani, capaci di dare spinta e imprevedibilità sulle corsie.
Contro il Catania, il tecnico potrebbe confermare il 3-4-2-1, ma non è esclusa una variazione a tre trequartisti dietro la punta per sorprendere la retroguardia rossazzurra. “Voglio una squadra corta, che sappia difendere di squadra e ripartire con qualità” avrebbe confidato ai suoi.
Il destino ha voluto che il suo ritorno coincidesse con una partita dal valore simbolico. Il Catania di oggi non è quello che Raffaele guidò, ma le emozioni restano. “Catania è una città speciale – ha dichiarato – e non potrò mai dimenticare l’affetto che ho ricevuto. In quel periodo affrontavamo difficoltà enormi, ma la gente ci è sempre stata accanto. Ora torno da avversario, ma con rispetto e gratitudine.”
Quel campionato, segnato da problemi societari e penalizzazioni, non consentì al tecnico di esprimere fino in fondo il suo lavoro. Oggi, invece, il contesto è diverso: Raffaele si è affermato, ha acquisito esperienza e guida una squadra ambiziosa, capace di imporsi anche nei momenti più difficili.
La partita di domenica al “Massimino” non sarà soltanto una tappa di campionato, ma una storia di incroci e sentimenti. In campo si ritroveranno uomini che conoscono bene entrambe le piazze e che porteranno con sé un pezzo di quel passato.
Raffaele, dal canto suo, guarda avanti: “A Catania ho imparato tanto. Oggi torno con la mia Salernitana per fare risultato, ma senza dimenticare da dove sono partito. Il calcio è così: ti riporta sempre nei luoghi che ti hanno formato.”
E mentre i tifosi rossazzurri si preparano ad accoglierlo con una miscela di affetto e rivalità sportiva, una cosa è certa: per Giuseppe Raffaele, quello di domenica sarà più di un semplice ritorno. Sarà un viaggio nella memoria, un confronto con se stesso e con la città dove il suo sogno di allenatore ha cominciato davvero a prendere forma.
“Fin da bambino – ha raccontato l’allenatore in un’intervista raccolta da Il Mattino – sognavo di poter vivere il calcio da protagonista. Catania è stata una tappa fondamentale, un’esperienza che mi ha fatto crescere come uomo e come tecnico.”
Raffaele conosce bene ogni angolo del Massimino. In quell’impianto, durante la stagione 2020-21, visse momenti intensi: il calore delle Curve, la pressione della piazza, ma anche la soddisfazione di aver costruito un gruppo competitivo, nonostante mille difficoltà societarie.
Ora ci torna da rivale, con la sua Salernitana lanciata verso l’alta classifica e decisa a confermare il successo ottenuto a Monopoli. L’allenatore granata pensa di riproporre lo stesso undici di quella gara, con un sistema di gioco equilibrato ma offensivo, fedele alla sua filosofia: attaccare sempre, con ordine e coraggio.
Raffaele ha costruito la sua squadra su principi chiari: intensità, palleggio, verticalità e compattezza difensiva. A Monopoli ha trovato risposte importanti da uomini come Donnarumma e Golemic, pilastri di un reparto solido, ma anche da giocatori come Anastasio e Ubani, capaci di dare spinta e imprevedibilità sulle corsie.
Contro il Catania, il tecnico potrebbe confermare il 3-4-2-1, ma non è esclusa una variazione a tre trequartisti dietro la punta per sorprendere la retroguardia rossazzurra. “Voglio una squadra corta, che sappia difendere di squadra e ripartire con qualità” avrebbe confidato ai suoi.
Il destino ha voluto che il suo ritorno coincidesse con una partita dal valore simbolico. Il Catania di oggi non è quello che Raffaele guidò, ma le emozioni restano. “Catania è una città speciale – ha dichiarato – e non potrò mai dimenticare l’affetto che ho ricevuto. In quel periodo affrontavamo difficoltà enormi, ma la gente ci è sempre stata accanto. Ora torno da avversario, ma con rispetto e gratitudine.”
Quel campionato, segnato da problemi societari e penalizzazioni, non consentì al tecnico di esprimere fino in fondo il suo lavoro. Oggi, invece, il contesto è diverso: Raffaele si è affermato, ha acquisito esperienza e guida una squadra ambiziosa, capace di imporsi anche nei momenti più difficili.
La partita di domenica al “Massimino” non sarà soltanto una tappa di campionato, ma una storia di incroci e sentimenti. In campo si ritroveranno uomini che conoscono bene entrambe le piazze e che porteranno con sé un pezzo di quel passato.
Raffaele, dal canto suo, guarda avanti: “A Catania ho imparato tanto. Oggi torno con la mia Salernitana per fare risultato, ma senza dimenticare da dove sono partito. Il calcio è così: ti riporta sempre nei luoghi che ti hanno formato.”
E mentre i tifosi rossazzurri si preparano ad accoglierlo con una miscela di affetto e rivalità sportiva, una cosa è certa: per Giuseppe Raffaele, quello di domenica sarà più di un semplice ritorno. Sarà un viaggio nella memoria, un confronto con se stesso e con la città dove il suo sogno di allenatore ha cominciato davvero a prendere forma.









