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Pasquale Marino: "Catania e Salernitana, due piazze unite da passione"

15-10-2025 08:56 - Campionato
Autore: Redazione

"Nel calcio basta poco per passare dalla favola al rimpianto: un fischio, un rigore non dato, un gol sbagliato". Con queste parole, rilasciate in una lunga intervista a Il Mattino, Pasquale Marinodoppio ex di Catania e Salernitana – ha raccontato emozioni, ricordi e riflessioni alla vigilia della sfida di Serie C tra le due squadre che più hanno segnato la sua carriera.

L’allenatore di Marsala, protagonista della storica promozione del Catania in Serie A e tecnico della Salernitana nella scorsa stagione, ha scelto di non assistere alla partita: "No, non sarò al Massimino e neppure davanti alla tv. Soffrirei troppo – ha confidato –. Catania è un pezzo di vita, Salerno è un concentrato di emozioni e delusioni che in un secolo di calcio raramente si vivono".

Marino ha espresso parole di grande stima per entrambe le squadre, oggi protagoniste del girone C: "Sono due delle cinque favorite insieme a Benevento, Crotone e Cosenza. La Salernitana ha trovato solidità e risultati, il Catania ha ripreso a correre dopo un periodo di assestamento. Entrambe meritano la Serie B: sarebbe il giusto premio per piazze che vivono di calcio e passione".

Per il tecnico, la promozione sarebbe un riscatto per due città che "non c’entrano con la Lega Pro" e che si sono rialzate dopo anni difficili: "Solo una potrà salire direttamente – ha ricordato – ma l’altra potrà comunque giocarsi le sue carte nei playoff".

A Catania, Marino è considerato un simbolo. Il suo volto è ancora raffigurato in un murales del Massimino: "Quel ritratto racconta il legame profondo con la città. Da calciatore arrivai durante il periodo della radiazione, poi da allenatore ho firmato la promozione in A e la salvezza. È stato un ciclo indimenticabile".

Ben diverso il finale dell’esperienza a Salerno, segnata dalla retrocessione ai playout. "Non mi passa la delusione – ha detto a Il Mattino –. Avevamo trovato continuità, poi l’attesa infinita per il playout, le gare rinviate, le notti amare all’Arechi. Eravamo a un passo da un’impresa che avremmo meritato di compiere".

Marino ha ricordato anche la tragica notte del 2 febbraio 2007, quando da tecnico del Catania visse la morte dell’ispettore Filippo Raciti: "Un dolore che non si dimentica. Dopo quella tragedia giocammo otto partite lontano dal Massimino, alcune a porte chiuse, ma riuscimmo comunque a salvarci".

Oggi osserva da lontano ma con affetto le evoluzioni del calcio meridionale: "Il girone C è una B2 – ha spiegato –. Ti tempra, ti dà gli anticorpi. Alla lunga, gli sforzi vengono premiati".

E sul presente delle due squadre non ha dubbi: "Catania e Salernitana rappresentano la stessa idea di calcio: passione e appartenenza. Hanno tifoserie che non mollano mai. È questo il vero segreto del Sud".