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Catania, dopo Casarano riparte la corsa alla vetta: adesso testa al Latina

17-11-2025 08:57 - Campionato
Autore: Redazione

Il dibattito che ha preso forma dopo la battuta d’arresto del Catania a Casarano continua a infiammare il confronto tra tifosi e addetti ai lavori. Come riportato dal quotidiano La Sicilia, il rigore non assegnato resta al centro delle discussioni, ma l’analisi della gara non può fermarsi a quell’unico episodio. Anche perché, al di là di ciò che avrebbe potuto cambiare il corso della partita, la squadra non ha mostrato la solidità e la personalità tipiche di chi vuole mantenere il vertice della classifica.

Il rischio, come spesso accade nel calcio, è quello di cercare immediatamente un responsabile, un bersaglio su cui convogliare la frustrazione per la sconfitta e per la vetta lasciata dopo solo sette giorni. È comprensibile: perdere il primato brucia, e la rabbia alimenta la tentazione di fare i conti con tutto ciò che non ha funzionato, dagli errori sotto porta alle sviste arbitrali.

C’è però un approccio diverso, più costruttivo. Le giornate storte – come quella di Casarano – possono diventare un’occasione per crescere, evitare di commettere gli stessi errori e rinforzare quei meccanismi che in alcuni momenti mostrano fragilità.

Emblematica, in questo senso, la lucidità espressa da Casasola poco dopo il triplice fischio: l'esterno ha riconosciuto che il rigore avrebbe potuto cambiare il film della gara, ma ha anche ribadito che la squadra deve essere in grado di risolvere da sola le partite, senza aggrapparsi agli episodi. È una mentalità da capolista, anche quando la classifica racconta altro. Ed è da questo spirito che il Catania sembra voler ripartire con decisione.

Restano, ovviamente, dei punti da ritoccare. La gestione dell’attacco necessita di maggiore incisività: Caturano, schierato dal primo minuto ma poco coinvolto, non può restare ai margini del gioco. Chi subentra deve tornare ad accendere le partite, come accadeva nelle settimane migliori. A centrocampo serve più ordine nella costruzione e meno frenesia negli interventi di copertura. In difesa, reparto impeccabile al Massimino ma meno solido in trasferta, alcune scalate e posizionamenti vanno affinati con maggiore cura. Sulle corsie laterali, punto nevralgico del sistema di Toscano, quando il flusso si interrompe bisogna trovare alternative rapide per rifornire le punte. E alle spalle del centravanti serve qualcuno capace di creare, non di correre a vuoto.

Lo stesso tecnico ha più volte ribadito la propria filosofia: non gli interessa avere un giocatore da cifre roboanti, ma qualcuno che lavori per la squadra. E a Casarano, paradossalmente, l’unico vero pericolo lo ha creato proprio Cicerelli, protagonista sia su palla inattiva sia in azione. A lui il compito di assumersi responsabilità pesanti in questa fase della stagione.

Adesso lo sguardo va al Latina. La squadra dovrà fare a meno di Quaini e di Ierardi — quest’ultimo ancora fermo per la lunga squalifica, con la società che valuterà se richiedere una riduzione. In avanti si riproporrà il solito ballottaggio tra Forte, Caturano e Rolfini: una scelta importante, ma non decisiva da sola nel definire il destino della gara. Perché ciò che conta davvero è l’armonia dell’intero meccanismo, non il singolo interprete.

Il primato perduto è stato solo una parentesi. Non un’illusione, ma un traguardo da riconquistare con fame e convinzione, ben sapendo che alle spalle incombono Cosenza e Crotone. Domenica ci sarà il confronto diretto tra Cosenza e Benevento, un incrocio che interessa da vicino il Catania. Ma come sottolinea La Sicilia, il vero peso specifico sarà la sfida interna contro il Latina: guardare la casa degli altri serve a poco, se non si custodisce con fermezza la propria.

Il Massimino sarà il motore emotivo della squadra. Sta al Catania dimostrare che la caduta è stata solo un passo falso e che la rincorsa al vertice è già cominciata, senza tentennamenti.