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2000-2010

Nell’estate del 2000, Riccardo Gaucci diviene il nuovo proprietario del Catania, con la forte speranza di portare il Catania in B. Viene chiamato come mister per la stagione 2000-01, Ivo Jaconi, ma dopo i buoni propositi iniziali, ci si rese conto che l’ambientazione di qual campionato era difficile. Ne fece le spese proprio Jaconi, che fu rimpiazzato da Vincenzo Guerini. Il girone d’andata non fruttò che appena 21 punti, mentre L’Aquila e Palermo ne avevano 31. Ripetutamente rinforzata la squadra rossazzurra trovo il passo buono e fece il girone di ritorno tutto in volata. Ma vi furono pure momenti neri in cui fu richiamato l’allenatore Jaconi, per poi essere nuovamente sostituito da Guerini. Proprio il gran finale del Messina e del Catania, mise sul chi vive il Palermo che scontò un’anticipata mobilizzazione psicologica come squadra dominatrice del torneo. Alla fine si arrivò così: Palermo in B con 64 punti, Messina 61 e Catania 58. Il Catania posizionatosi al 3° posto, aveva accesso ai play off per la serie B. Il Catania fu prima opposto all’Avellino e riuscì faticosamente ad eliminarlo; ma nel doppio derby, che in campionato aveva visto stravincere gli etnei, si ebbe la peggio. Al Cibali si pareggia 1-1 raggiunti nel finale dai messinesi, mentre Sullo su rigore nella gara di ritorno, annulla ogni speranza. Miglior marcatore di quella stagione fu Ambrosi con 10 realizzazioni.

Dopo aver solo assaporato la serie B, il Catania riparte nella stagione 2001-02 con Aldo Ammazzalorso come tecnico. Ma i risultati tanto per cambiare tardano a venire, la squadra appare molto vulnerabile fuori casa, nonostante le prodezza fra i pali di Gennaro Iezzo. Anche stavolta si ricorre con gli innesti in corsa. Ma Ammazzalorso ci rimette le penne e neppure rientra in sede quando il Catania perde col Castel di Sangro. La successione sembra difficile e il campionato compromesso. La polemica si accende soprattutto nei confronti di Eddy Baggio, che non sembra essere abbastanza attivo sotto rete. Nuovo slancio e linfa arrivano con Pietro Vierchowod al comando, che se da una parte dona grinta a questo Catania, ha dalla sua dei limiti tecnici molto spesso evidenti dettati dall’inesperienza come allenatore. Intanto l’Ascoli capolista se ne andato. Non resta che inserirsi nei play off. Vierchowod riguadagna terreno, ma per questioni caratteriali e per polemiche con Gaucci, lascerà a Ciccio Graziani, le restanti due gare da giocare in campionato. Graziani fa tandem con Maurizio Pellegrino e accede con il Catania ai Play off. La squadra rossazzurra elimina il Pescara, perdendo all’andata 1-0 con gol di Suppa, e ottenendo il pass in casa vincendo con stesso punteggio con gol di Cicconi in presunto fuorigioco. Resta la finale con il Taranto, con i pugliesi che possono contare su due risultati su tre. Al Cibali una gran folgore di Michele Fini, spezza l’incantesimo e concede il primo round al Catania. Allo Jacovone, gli etnei reggono l’urto e impongono lo 0-0. E’ finita l’attesa! E’ serie B! Il Catania chiude al 3° posto con 58 punti. Miglior realizzatore sarà Eddy Baggio con 18 reti, seguito da Cicconi con 9 e da Cordone e Fini con 4. La formazione tipo è: Iezzo, De Martis, Baronchelli, Zeoli (Cap.)., Fini, Pane, Bussi, Cordone, Amoruso, Cicconi, Baggio. Dopo 15 anni il Catania riapproda in serie B e la prima esperienza dopo tutti quegli anni non sarà affatto facile. L’annata inizia male con i precari risultati di Coppa Italia ottenuti dal nuovo allenatore Osvaldo Jaconi, vecchia conoscenza del Catania.

Dopo un paio di gare, Gaucci lo liquida subito e per il nuovo Catania punta ancora condotto sull’accoppiata Graziani-Pellegrino, approntando una squadra per la stagione 2002-03, sulla carta molto valida ma che col tempo dimostrerà parecchi limiti. Arrivano elementi importanti come, Luca Castellazzi dal Brescia, destinato a sostituire Iezzo caduto improvvisamente in disgrazia. Davide Possanzini e Vincenzo Iacopino dalla Sampdoria, Fabio Gatti, Do Prado, Jaroslav Sedivec dalla casa madre Perugia. In cabina di regia c’è Vito Greco, mentre nella prima fase della stagione in zona offensiva c’è Christian Bucchi. In attacco dopo la grande delusione di Baggio, oltre al decantatissimo capitano Lulù Oliveira, arriva anche Carlo Taldo per riformare l’attacco del Como dei miracoli. L’inizio è posticipato di due settimane per i problemi sulla gestione dei diritti tv, così la prima di campionato diventa la terza giornata. Il Catania di fronte a uno stadio Cibali gremito, affronta il Genoa. Il Catania parte sparato vincendo a fine primo tempo per 3-0 con gol di Bucchi, Grieco e Fini. Ma nella ripresa, anche a causa dell’espulsione di Possanzini, il Genoa cresce, accorciando con Carparelli su rigore e con Floccari a un minuto dalla fine. La vittoria scalda i cuori, prima della prossima trasferta che è a Messina. Ancora grande pubblico, ma stavolta il Catania parte male. I locali vanno in vantaggio dopo appena 12’ con Portanova di testa, ma il falco Oliveira mette dentro il pallone del pari al 33’. Si va al riposo ed è un altro Messina. O meglio un grande Calaiò. Prima al 55’ e poi al 68’, il bomber peloritano sembra chiudere definitivamente la gara. Oliveira però è strepitoso e prima accorcia al 74’ e poi pareggia per il definitivo 3-3 all’ 82’. Il Catania sembra di un altro pianeta ma purtroppo non è tutto oro ciò che luccica. Si perde a Verona 2-0 e si pareggia in casa 0-0 con l’Ancona. Alla settima si va a Marassi per perdere con la Sampdoria per 1-0, con un rigore discutibile realizzato da Volpi, dopo che nel primo tempo Bucchi ne aveva fallito uno. La domenica successiva si fatica da morire per superare la Salernitana, che aveva pareggiato con un gol del ex Baggio il gol di Bucchi. Servirà in pieno recupero un colpo di Cicconi per vincere. A Trieste è disfatta nera con gli alabardati che ci infliggono un pesantissimo 4-0. Causa la cenere vulcanica, il Catania è costretto ad abdicare a Caltanisetta allo stadio Pian del Lago per giocare contro l’Ascoli. Un rigore al 74’ di Oliveira porta in vantaggio i rossazzurri, ma un discutibile rigore concesso da Bergonzi di Genova al 90’ permette a Fontana di pareggiare. Si recupera la prima di campionato e il Catania affronta in casa il Napoli senza portieri titolari disponibili. Viene preso in prestito in tutta fretta l’estremo difensore Falcioni, tutt’altro che irresistibile. Sotto un fitta pioggia il Catania “naufraga” 0-2 sotto i colpi di Dionigi su rigore e Sesa. Ancora follia rossazzurra in un rocambolesco incontro contro il Siena. Si va sotto con Tiribocchi al 3’, ma pareggia subito Possanzini al 12’, passano pochi minuti e nuovamente Tiribocchi porta in vantaggio i bianconeri al 23’. Ci pensa Sasà Monaco a mettere dentro al 32’ il gol del pareggio. Si va negli spogliatoi sul 2-2. Il Catania torna agguerrito e passa in vantaggio con Zeoli al 60’, ma dura poco la gioia dato che Rubino al 72’ pareggia. Ma ancora Tiribocchi a tre minuti dalla fine mette dentro il pallone del definitivo 4-3. Il vaso è colmo e Gaucci manda via Graziani e Pellegrino. Arriva in panchina una totale sorpresa: il gallese John Benjamin Toshack, artefice del grande Real Madrid di qualche stagione prima. Il primo banco di prova è durissimo, il derby con il Palermo. Davanti a un pubblico delle grandi occasioni il Catania è straripante e vince 2-0 con reti di Cordone e Oliveira, grazie a una grande prestazione di Do Prado. Ma il bel sogno dura poco, perché il Catania perde 2-1 a Vicenza (Zeoli) e 0-2 in casa col deludente Cosenza. Si torna a vincere col Bari per 1-0 grazie al gol di Sasà Monaco dopo 3’. A Venezia si cede 2-1 col il gol del momentaneo pareggio di Oliveira, ma nell’ultima gara prima del Natale, il Catania trova un splendida vittoria sulla Ternana per 3-1, rispondendo al di Borgobello con Oliveira quattro minuti dopo, che poi porterà in vantaggio nella ripresa la formazione rossazzurro, con sigillo finale di Possanzini. Con l’anno si recupera la seconda giornata e ancora una volta, il risultato è negativo, si perde 1-0 a Lecce. A Livorno, il Catania si fa recuperare il gol di Taldo, da due reti di Protti e Biliotti. All’ultima di andata il Cagliari vince 2-1 segnando con Oliveira e ancora Taldo. Il Catania chiude l’andata a 21 punti ad appena un punto dalla zona calda. Il ritorno inizia malissimo. Si perde 1-0 a Napoli contro una diretta rivale per la salvezza e in una furibonda lite fra Toshack e Gaucci, il gallese si dimetterà. La peggior scelta del Catania. Arriva il quarto tecnico della stagione, Eddy Reja, che esordisce con una vittoria al Cibali per 2-1 con il Lecce con reti di Oliveira e Fini. Contro il Genoa a Marassi i rossoblu non concedono nulla e finisce 2-0, mentre sotto una fitta pioggia il derby di ritorno al Cibali si chiude 1-1 con i messinesi in vantaggio con Campolo e raggiunti dall’autorete di Giacobbo. La domenica dopo arriva al Cibali il Verona e i rossazzurri conquistano tre punti, con gol di Taldo e Oliveira. Ma il Catania ripiomba di nuovo con una sconfitta ad Ancona per 2-0, mentre al Cibali con la Sampdoria non si va oltre lo 0-0. Altre due sconfitte di cui una al Cibali con la Triestina 1-2 dopo il gol del vantaggio con Taldo, e una ad Ascoli 2-1 con rete di Georgios Kyriazis, un nazionale greco di belle speranze. Ma la svolta decisiva del campionato è nella gara della 30° giornata. Innanzitutto Gaucci clamorosamente esonera Reja per scarso rendimento e chiama un altro ex, Vincenzo Guerini, il quinto allenatore della stagione. Si gioca Catania-Siena e finisce 1-1 con gol di Grieco. Si scopre solo dopo la presenza di un giocatore del Siena, Martinelli, irregolarmente schierato in campo. In un primo tempo la CAF aveva assegnato la vittoria a tavolino al Catania, ma dopo alcuni giorni la Corte Federale torna indietro ripristinando il pareggio. Ne scaturirà una guerra a colpi di carta bollata che durerà tutta l’estate. Il Catania otterrà un mirabolante pareggio per 3-3 contro il Palermo col il seguente ordine di reti: Martusciello (C), Asta (P), Oliveira (C), Zauli (P), Maniero (P) e ancora Martusciello. Si vincerà ancora col Vicenza 2-1 (Tamburini aut, Taldo); col Venezia 2-0 (doppietta di Oliveira) e col Livorno 3-2 (Martusciello, Monaco, Possanzini). Le altre partite in trasferta il Catania le perde tutte e l’ultima spiaggia e la gara contro il Cagliari. Sembra un’impresa disperata anche perché il Catania non ha mai vinto in trasferta, inoltre la vittoria potrebbe non bastare per il problema legato al “Caso Martinelli”. Inoltre Oliveira non sta bene, ma contro la sua ex squadra “il falco” è presente. Al 18’ Taldo porta in vantaggio il Catania, ma nella ripresa Langella rimanda a terra il morale degli etnei. Dopo appena sette minuti ancora Taldo riporta in vantaggio in Catania. Finisce così e si andò a festeggiare in modo contenuto negli spogliatoi. Ma Gaucci era sicuro: il Catania era salvo poiché il Tar aveva riconosciuto il 5 giugno il diritto dei due punti soffiati al Catania. La telenovela si chiuderà solo a metà agosto quando la Lega deciderà di allargare la serie cadetta a 24 squadre. Il Catania chiuderà al 17° posto con 43 punti. Miglior realizzatore ovviamente Oliveira con 15 reti, segue a ruota l’amico Taldo con 8 reti, a 3 giunge Grieco.

L'interminabile estate del 2003, si concluse con l’ammissione del Catania, insieme alle retrocesse Genoa e Salernitania (il Cosenza venne cancellato per fallimento) in maxi campionato di serie B con ventiquattro formazioni. Questo permise alla lega di riformare anche il campionato di massima serie che da 18 passerà a 20 squadre. In quella stagione cinque divennero le promozioni in massima serie, più uno spareggio stile anni ’40 fra la quartultima del massimo campionato e la sesta classificata. Il Catania in quella stagione si presentò con forti ritardi sulla preparazione, nonché sul pacchetto giocatori acquistati sul mercato, dato che il responso della Lega si conobbe appena dopo ferragosto. Erano arrivati elementi di spicco come Squizzi, Firmani, Sturba, Diliso, Pagliuca, Del Vecchio, Giallombardo, Mascara, Della Rocca, Nygaard e altri ne arrivarono in successione dalla casa madre Perugia. Allenatore della stagione 2003-04 fu Stefano Colantuono, che aveva fatto bene nella Sambenedettese dell’altro Gaucci. Per i soliti trambusti legati ai diritti tv, sia il campionato che la Coppa Italia partirono in ritardo. Ma mentre per il campionato un rinvio era considerato attesile, per il trofeo della Coppa Italia non sarebbero state concesse proroghe dalla Lega. Il Catania gioca solo una partita a Brindisi pareggiando 1-1, dopodiché le restanti due gare con Avellino e Lecce furono vinte a tavolino per 3-0. In classifica c’erano sia i rossazzurri che il Brindisi al comando del girone e per determinare la qualificazione “non ottenuta” sul campo, sarebbe stato necessario un sorteggio. Inutile dire che il Catania non fu al solito fortunato, in questa competizione che da sempre la vede ai margini, passò quindi il Brindisi. L’inizio di campionato era iniziato con la stessa gara con cui era finito, il Cagliari, ma l’epilogo stavolta sarà molto diverso. Al Cibali, un Catania ancora imbrigliato dalla cattiva condizione atletica perde secco per 0-3, con l’estremo difensore Concetti più che impacciato. I tifosi non la presero male, perché si denotava un miglioramento nel gioco tattico della squadra. Di fatti dopo appena due giorni (si giocherà spessissimo, date il numero delle partite), il Catania va a Como, formazione appena retrocessa dalla A e la liquida con un pesantissimo 1-4, con reti di Oliveira, Fini, Oliveira e Nygaard. Ma il Cibali finora è tabù per il Catania che contro il Verona si ferma sull’1-1 pareggiando su rigore di Oliveira il gol di Salvetti. Ma è in trasferta che il Catania è straripante e contro la Salernitana arriva la nuova vittoria per 1-2, gol di Monaco e Mascara. Dopo appena tre giorni il Catania deve recuperare la prima di andata sul campo del Venezia. I rossazzurri sono implacabili e infilano la terza vittoria consecutiva in trasferta per 0-3 con reti di Oliveira su rigore, Mascara e Nygaard e il Catania vola al comando della classifica. Il 27 settembre c’è di scena il derby con il Messina e davanti a un tutto esaurito ottiene la prima vittoria casalinga vincendo per 1-0 con rete di Nygaard (sarà l’unica vittoria nei derby siciliani della stagione). L’entusiasmo era alle stelle ma sarà destinato a durare poco, perché nelle successive quattro gare il Catania perde a Treviso 2-1, pareggia in casa col Vicenza 1-1, perde con la Ternana 3-1 e nuovamente pareggia a Bergamo contro l’Albinoleffe per 1-1 dopo essere stato in vantaggio con Oliveira. Ma ecco che la nuova carica arriva dalle successive due gare. Al Cibali il Catania torna alla vittoria per 3-0 contro il Piacenza con reti di Del Vecchio, Sedivec e Oliveira, mentre la domenica dopo a Marassi si va in scena contro il Genoa, che prima chiude in vantaggio il primo tempo e poi incassa nella ripresa tre gol messi a segno da Mascara e doppietta di Del Vecchio. Il 9 novembre in un clima di grande euferia, si gioca il derby con il Palermo, ma i rosanero sono lanciatissimi alla corsa promozione e vanno subito in vantaggio con un rigore di Corini, che nella ripresa verrà raddoppiato dal gol di Zauli. Il Catania avrà anche il rammarico di sbagliare un rigore con Oliveira sullo 0-2. Ancora una volta la sconfitta genera una condizione negativa a catena e il Catania perde prima a Torino 1-0, poi pareggia con l’Atalanta in casa per 1-1, perde a Pescara 1-0, pareggia in casa con l’Ascoli 1-1 e in trasferta 2-2 a Livorno dopo essere stato in vantaggio con reti di Sedivec e Mascara. Arrivano due vittorie consecutive al Cibali per 1-0 su Napoli (Oliveira) e Bari (Del Vecchio), mentre a Firenze con la Fiorentina in vantaggio per 3-0 si recuperano due reti con Del Vecchio e Oliveira. L’elemento che destò scalpore in quella sconfitta per 3-2 fu l’inserimento nella squadra viola di un giocatore arrivato dal Perugia, il greco Vryzas, che sarà autorete di una rete. I sospetti diverranno fondanti quando Gaucci dichiarerà di lasciare il Catania per concedere tutte le sue attenzioni al Perugia che non naviga in acque calme (a fine stagione retrocederà dopo lo spareggio con la Fiorentina). Arriva il nuovo presidente, si tratta di un catanese purissimo stavolta, Antonino Pulvirenti, proprietario della compagnia area Wind Jet e ex presidente dell’Acireale. Il girone di ritorno di quella stagione andrà avanti senza particolari sussulti. Si ricorderà la vittoria 3-0 sul Venezia (Mascara, Oliveira e Taldo, ritornato da poco ma senza fare più di questo gol); il successo sul Torino 2-0 (Mascara e Grieco); e il doppio successo in trasferta a Napoli 2-3 (Terra e doppietta di Berrettoni, anche lui nuovo arrivo) e a Bari 1-2 (Del Vecchio e Mascara). Sfortunatamente nei derby le cose non andranno affatto bene: a Messina si perderà 3-0 (Di Napoli, Sullo, Giampà), mentre a Palermo sarà un autentico cataclisma, ben 5-0 (A. Filippini, Biava, Toni, E. Filippini, e ancora Toni su rigore), a fine anno entrambe le siciliane andranno in serie A. Il Catania chiude un decoroso campionato al 9° posto con 67 punti. Migliori marcatori furono il solito Oliveira e Mascara a 13 reti, seguito da Del Vecchio con 8 realizzazioni.

La nuova stagione del Catania, 2004-05, si apre sotto forti dichiarazioni del nuovo presidente che proclama i rossazzurri in A entro tre anni. Il mercato estivo è stato fervido anche se molti elementi di spicco sono andati via. Molti sono tornati alla casa madre, come Mascara, Sedivec, Del Vecchio, Stendardo, Diliso, Do Prado, Concetti e lo stesso allenatore Colantuono. Via anche Oliveira che non rientra più nei piani della società, con gran delusione dei tifosi sostenitori del falco. Arrivano pezzi pregiati quali Walem e Ferrante dal Torino, Pantanelli da Cagliari, Fresi dal Perugia, Manfredini dalla Fiorentina, Bianco dal Treviso, Bruno dal Chievo, Baggio dalla Salenitana (un ritorno il suo, ma solo momentaneo), Miceli dal Piacenza, Vugrinec dall’Atalanta, e un plotone di giocatori dall’Acireale, quali Polito, Lo Monaco, Suriano, Anastasi, Cardinale, Russo e lo stesso nuovo allenatore Maurizio Costantini. L’avvio non è dei migliori con una secca sconfitta ad Arezzo per 3-1, ma il Catania non è squadra inetta e infila due vittorie consecutive con il Vicenza 1-0 (Kanjengele) e a Catanzaro 2-3 (Manfredini, Baggio su rigore, Bruno). Nuovo periodo no che vedrà il Catania pareggiare in casa con nel simil-derby con il Perugia 0-0, perdere 2-1 a Torino, pareggiare al Cibali 2-2 con l’Ascoli dopo essere stato sotto per 0-2 (segnano gli ex Bucchi e Fini, ai quali rispondono Russo e Caserta). Il Catania torna a vincere al Cibali solo alla settima contro la Triestina 2-1 con gol di Bruno e Baggio, ma la delusione di un Ferrante apatico e di uno schema di gioco che non diverte la tifoseria sarà la grande pecca della stagione catanese. La pesantissima sconfitta al Bentegodi 4-0 contro il Verona solleva i primi malumori, ma Costantini rimane sulla panchina anche grazie al nuovo risultato utile casalingo del Catania contro la Ternana 2-0 con gol di Ferrante e Miceli. Ma dopo un pari scialbo contro il Crotone in trasferta per 1-1 e una sconcertante sconfitta casalinga contro il Bari 0-1 con la tifoseria in pieno tumulto, Costantini viene esonerato. Arriva un veterano della B, Nedo Sonetti, che esordisce in una difficile gara a Piacenza, dove i rossazzurri conquistano i tre punti con autorete di Radice. Sfortunatamente la domenica dopo c’è in casa il Genoa, una corazzata di lusso che è al comando della classifica. Finirà 1-3 con il Catania che esce dal campo a testa alta, i liguri sono di un altro pianeta. Arriveranno quattro pareggi di fila (2-2 a Pescara e 0-0 contro Albinoleffe in casa e Treviso ed Empoli in trasferta). Si torna a vincere prima di Natale con la Salernitana per 2-1 con gol di Russo e Vugninec, da cui la società si attendeva molto di più. Ma è solo l’ennesima illusione dato che nelle successive cinque gare il Catania conquista tre punti frutto di altrettanti pareggi con Venezia ed Arezzo in casa e Vicenza in trasferta. Nel frattempo nel mercato di riparazione, il Catania venderà i “gioielli” estivi Ferrante andato in A col Bologna, Bruno ceduto al Torino e Walem addirittura messo fuori rosa. Destino che da lì a poco avrebbe avuto anche l’altra delusione del campionato, Davor Vugrinec. Arrivano alcuni elementi giovani come Fernando Menegazzo e Matteo Serafini dal Siena, Jeda dal Piacenza, Cristian Silvestri dal Lecce, Stefano Lombardi dall’Ancona, nonché verranno utilizzati i giovani della primavera Patanè e Iannelli. Ma i Catania alterna risultati positivi a sconfitte dolorose, ottenendo buone prove contro il Catanzaro (2-0, Padalino e Jeda); con il Torino (1-0, Manfredini); ad Ascoli (1-2, Jeda (rig) e Serafini); con il Crotone (1-0, Anastasi); con il Pescara (2-1, Silvestri e Vugrinec). Dopo la vittoria casalinga contro il Treviso per 3-0 con gol di Russo e doppietta di Jeda, la posizione del Catania era di gran lunga migliorata e la sfida contro l’Empoli in casa pareva l’occasione buona per tentare l’aggancio ai play off. Il Catania va in vantaggio dopo appena 2’ minuti con un rigore di Jeda, ma la formazione toscana è tutt’altro che avversario facile. Vannucchi in condizione di forma strepitosa, prima pareggia e poi firma il sorpasso. Nel finale arriverà anche il terzo gol con Buscè. Addio sogni di gloria. Nelle restanti quattro gare il Catania otterrà altrettanti punti pareggiando ad Avellino e vincendo con il Cesena 2-0 (Jeda, Silvestri). Sii concluderà il campionato al 13° posto con 55 punti. Miglior realizzatore della stagione fu Jedaias Capucho Jeda con 9 reti, segue a 6 reti Matteo Serafini, entrambi arrivati solo nel mercato di gennaio. Altra estate torrida, e non solo meteorologicamente, per il calcio. La più brutta di sempre.

Lite tra lega e sindaci per gli orari delle partite di B, con il TAR protagonista, pay tv che dettano legge, croce dei tifosi, fallimenti e illeciti sportivi, il 2005/06 per il Catania inizia dal nuovo mister Pasquale Marino, che tutti in città conosciamo e una serie di calciatori che fanno sognare, Spinesi, Mascara e Baiocco su tutti. La consapevolezza di aver attrezzato una squadra forte, e la soddisfazione finalmente di non essere annoverata tra le società con problemi finanziari, frutto di un lavoro dirigenziale serio ed equilibrato, inorgoglisce il popolo catanese. Dopo un avvio altalenante di risultati, i valori individuali della squadra escono, con Mascara e il bomber Spinesi su tutti, chiudendo il girone di andata con uno splendido secondo posto dietro la sorpresa Mantova. A gennaio, al calcio mercato, mai come in questa stagione i tifosi lo osservano con distacco, la società apporta dei puntelli per migliorare un telaio già collaudato, come Biso a centrocampo, non sfalsando l’equilibrio di uno spogliatoio, punto di forza riconosciuto da tutti. Il girone di ritorno è una lunga cavalcata verso l’ obiettivo della promozione, dopo un alternanza in vetta, che si conclude proprio all’ ultima giornata in casa nella partita giocata contro l’ Albinoleffe davanti ad uno stadio completamente tappezzato di rosso e azzurro: il privilegiato Torino resta a due punti e concludiamo il campionato in 2° posizione alle spalle dell’ Atalanta, ed è serie A dopo 23 anni. Miglior modo di festeggiare i 60 anni della storia ufficiale del club non poteva esserci, con il miglior attacco con 67 gol, 9 vittorie in trasferta, record per la categoria e mentalità offensiva del mister Marino confermata dai 23 gol Spinesi e 14 di Mascara che a detta di tutti ha espresso il miglior calcio della cadetteria. Purtroppo alla penultima di campionato, fuori casa a Catanzaro, ma giocata a Lecce per questioni di ordine pubblico, un gravissimo incidente stradale nei pressi di Rosato ha tolto la vita a due tifosi rossazzurri che andavano in trasferta, Carmelo Ligreci e Fabio Seminara. Scoppia l’ ennesimo scandalo nel mondo del calcio, quello delle intercettazioni telefoniche di Moggi e della Juventus, che stavolta sembra fare terra bruciata intorno a grossi nomi, tra cui Carraro, potenti squadre calcistiche, arbitri e dirigenti, con la giustizia sportiva chiamata a ridare credibilità al mondo del pallone, proprio quando avviene la conquista del quarto titolo mondiale da parte della nazionale italiana in Germania ai danni dei francesi, con le dure sentenze della CAF, limate poi dalla corte federale ed infine addolcite “all’ italiana” dalla camera di conciliazione e arbitrato del Coni.

Il primo ritiro straniero, a Feldkirchen in Austria, apre la stagione 2006/07, strana per quanto riguarda la classifica iniziale data certe penalizzazioni unitamente alla mancanza della “vecchia signora”. Record di abbonamenti per i rossazzurri quasi 16 mila tessere vendute. La società conferma in blocco la rosa della promozione, inserendo calciatori di esperienza come Stovini, Colucci, Corona e scommettendo su delle promesse quali l’ argentino Izco, il giapponese Morimoto e l’ esterno sinistro Vargas, nazionale del Peru’. L’ amministratore delegato Pietro Lo Monaco ha confermato la sue competenze in materia di rinforzi, criticati a luglio da molti, che hanno permesso di esaltarsi nel gioco di mister Marino, e far esaltare una squadra ed una città, protagonista di un esaltante girone di andata, con lo splendido piazzamento da champions league, che viene cronologicamente dopo altri due passi, la promozione in A e il 60° anniversario dalla fondazione, che rendono l’ anno 2006 grandioso ed unico per tutti i tifosi rossazzurri. Tutto quello raccontato fino ad ora passa in secondo piano dopo la tragedia del 2 febbraio 2007, quando allo stadio Massimino si gioca il derby tra Catania e Palermo. A causa di barbare violenze attorno al Cibali di un drappello di delinquenti, muore l’ ispettore di Polizia Filippo Raciti, che lascia moglie e due figli, con lo sconforto generale della società civile. Tutto ciò costruito in anni di sacrificio è finito in un attimo. La migliore stagione a livello tecnico è stata funestata da chi con il calcio non c’entra niente. Le conseguenze sono gravi sotto tutti gli aspetti. A livello calcistico c’è un giro di vite da parte dei vertici sportivi e del Governo, con l’ approvazione della rigida legge antiviolenza Amato - Melandri. Per il “Massimino” viene stabilita la squalifica del campo fino al 30 giugno 2007 e partite in campo neutro ed a porte chiuse. L’ immagine della città è lesa con aggiunta di un grosso danno economico per il presidente Pulvirenti. Intanto “i tifosi del Catania potranno avere accesso agli impianti sportivi su tutto il territorio nazionale dove si svolgeranno le partite casalinghe della loro squadra”; con questa sentenza il TAR di Catania annulla la squalifica dello stadio grazie ad 82 impavidi abbonati che hanno presentato ricorso, intraprendendo una vera e propria “guerra” contro il TAR laziale e dal CGA di Palermo, sollecitati dalla FIGC , che intervenendo, ha poi ripristinato la squalifica. La dirigenza, con il presidente Pulvirenti in prima linea, ha correttamente percorso la strada parallela della giustizia sportiva, per non violare la clausola compromissoria che avrebbe portato penalizzazioni in classifica, conciliando con il CONI la decisione del campo neutro per le ultime due partite casalinghe, contro Milan e Chievo, ma con le porte aperte per i tifosi. E proprio al Dall’ Ara di Bologna, il 27 maggio, vincendo contro la squadra clivense, supportato da 8 mila tifosi il Catania ottiene l’ obbiettivo stagionale della salvezza, chiudendo il campionato, dopo un disastroso girone di ritorno, al 13° posto. Salvezza storica se consideriamo che da 42 anni ciò non avveniva e soprattutto le 10 gare in campo neutro, 29 partite su 38 lontano dal Cibali e non ultimo i 14 esordienti in serie A.

Le novità per la stagione 2007/08 sono il restyling dello stadio, secondo le disposizioni dell’ Osservatorio delle Manifestazioni Sportive e il cambio di sede sociale, trasferita nel luogo naturale degli uffici di via Ferrante Aporti proprio sotto la curva sud. Lavori di adeguamento quasi interamente finanziati dalla società e non dal Comune, i cui tempi burocratici e le casse in rosso, non avrebbero permesso il regolare avvio in casa del campionato. Nel ritiro di Chatillon, in Valle d’ Aosta, si riparte dal nuovo allenatore Silvio Baldini con vice Atzori e da calciatori di esperienza come Giacomo Tedesco e Terlizzi e scommesse quali l’ uruguaiano Martinez, calciatore più pagato della storia del Catania. Primo caso di mobbing in casa Catania: i calciatori Pantanelli, Falsini e Biso, che non rientrando nei piani della dirigenza in attesa di altre sistemazioni si allenavano con la primavera, hanno intentato una discutibile causa al Collegio Arbitrale della Lega, per essere reintegrati in prima squadra, poi archiviata. Con la pedata di mister Baldini alla prima giornata a Parma e i lavori allo stadio finiti per l’ esordio casa, si alimentano varie polemiche che la città di Catania non si può permettere. Addirittura il manto erboso, assolutamente scandaloso, completato a giochi iniziati, con altra figuraccia degli amministratori etnei. Per i tifosi, sempre impareggiabili, che hanno rinnovato la fiducia con più di 14 mila abbonamenti, le prime soddisfazioni: il buon girone d’ andata e la storica qualificazione alla semifinale di coppa Italia. A gennaio il mercato porta due difensori argentini, Alvarez e Silvestre. Il giro di boa è una costante delusione che porta a sette giornate dalla fine le “dimissioni” di Baldini, grand’ uomo ma sfortunato allenatore, che paga anche colpe di un organico non adatto alle sue idee tattiche. Al suo posto si accomoda in panchina Walter Zenga, ex portiere della Nazionale e dell’ Inter. Nonostante diversi infortuni che hanno ridimensionato una rosa già esigua, arriva la seconda salvezza consecutiva, proprio all’ ultima giornata come lo scorso anno, in un finale a dir poco coronarico, chiudendo quart’ ultimi al 17° posto.

Da Assisi riparte la stagione 2008/09 con il riconfermato mister Zenga alla guida di una rosa sempre più “sudamericana” rinforzata dagli arrivi dei centrocampisti argentini Ledesma, gran visione di gioco, e Carboni, roccioso mediano. Preso il giovane Paolucci, promettente bomber. Obiettivo ringiovanimento ed elevazione del tasso tecnico, quindi un mercato mirato con alla base stipendi contenuti e bilanci in positivo, per la consolidazione nella categoria. La cessione di Vargas, per 12 milioni di euro, rappresenta un record in uscita per la società. Alla prima di campionato viene inaugurato il tabellone luminoso. A metà settembre viene presentato l’ ambizioso progetto del centro sportivo, sito a Mascalucia, voluto dal presidente Pulvirenti fin dal suo insediamento che getta le basi per la crescita definitiva della società. Negli annali resterà impressa la vittoria alla “Favorita” di Palermo per 4 a 0, con la terza marcatura di Peppino Mascara, al volo da centrocampo, gol rossazzurro più bello di sempre. Sostanzialmente un cammino tranquillo e costante come da programma, fino ai 3/4 di torneo, con salvezza virtuale raggiunta. Poco gradito il cedimento delle ultime gare, tra “regali” e minimo impegno. Matematicamente la certezza di disputare il 13° campionato di A, è stata raggiunta a tre giornate dalla fine. Eguagliato il record di vittorie interne, ben 11, come negli anni 60-61 e 64-65. Positivo il graduale esordio in prima squadra di alcuni elementi della primavera, che con tutto il settore giovanile, ha ottenuto brillanti risultati. Chicca della stagione, 15° posto finale con 43 punti, le convocazioni in nazionale di Mascara e Biagianti.

La scissione della Lega, la A dalla B, è il preludio del 2009/10, stagione in cui, per il Catania, vi è stato il cambio dell’allenatore, Gianluca Atzori al posto di Zenga, già vice suo e di Baldini due anni addietro, mancati rinnovi di alcuni senatori, come Spinesi-Baiocco-Stovini, e un mercato sempre più’ argentino. Fu un’annata che iniziò sotto i peggiori auspici, ma che si concluse nel modo più inatteso e brillante, consegnando ai tifosi rossazzurri una delle salvezze più entusiasmanti della storia recente del club. La dirigenza, con il presidente Antonino Pulvirenti e l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco, costruì una rosa interessante, con alcuni innesti mirati, tra cui il portiere argentino Mariano Andújar, il difensore Giuseppe Bellusci e il fantasista Adrián Ricchiuti. Tuttavia, l’inizio di stagione fu tremendamente difficile. Nelle prime quindici giornate, il Catania ottenne una sola vittoria, con una serie di pareggi e sconfitte che lo lasciarono bloccato in fondo alla classifica. Il gioco espresso dalla squadra era confuso e poco incisivo, e la tifoseria iniziò a perdere fiducia nel nuovo allenatore. La sconfitta casalinga contro il Livorno a inizio dicembre segnò il punto di rottura: Atzori venne esonerato e al suo posto arrivò Siniša Mihajlović, ex calciatore serbo alla prima vera esperienza da tecnico in Italia, dopo un periodo da vice all’Inter. Il cambio in panchina fu una vera e propria svolta. Mihajlović portò nuove idee, un approccio più aggressivo e determinato, e soprattutto seppe dare fiducia a una squadra che sembrava destinata alla retrocessione. I risultati cominciarono ad arrivare: il Catania iniziò lentamente a risalire la classifica, guadagnando punti preziosi sia in casa che in trasferta. La squadra tornò a essere competitiva, compatta e combattiva. Il vero capolavoro del mercato fu però l’acquisto di Maxi López, attaccante argentino prelevato dal FK Mosca nel mercato di gennaio. Sconosciuto al grande pubblico italiano, Maxi si rivelò subito un giocatore chiave: il primo gol in Italia arriva contro la Lazio e da lì in avanti diventò il trascinatore assoluto del Catania, segnando gol importanti e accendendo l’entusiasmo del pubblico etneo. Tra i momenti più alti della stagione ci fu, senza dubbio, la storica vittoria per 3-1 contro l’Inter di José Mourinho allo stadio Massimino il 12 marzo 2010. Una serata indimenticabile: l’Inter, che di lì a poco avrebbe vinto il Triplete, venne messa sotto da un Catania coraggioso e brillante. Altre vittorie prestigiose arrivarono contro la Juventus (2-1) e contro la Fiorentina (1-0). Il Massimino tornò a essere un fortino, con un pubblico caldissimo che spinse la squadra alla salvezza. La squadra concluse il campionato al 12° posto con 45 punti, centrando la salvezza con ampio anticipo. Un traguardo che, considerando l’inizio disastroso, sembrava insperato. Mihajlović, in pochi mesi, era riuscito a cambiare volto alla squadra, facendo emergere il talento di giocatori come Biagianti, Ricchiuti, Mascara e soprattutto Maxi López. In Coppa Italia, il percorso si fermò agli ottavi dalla Roma, in una partita tirata persa di misura.


Fonte foto: mimmorapisarda.it; tuttoilcataniaminutoperminuto.it

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