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1990-2000


La stagione 1990-91 vede ai nastri di partenza ben cinque formazioni siciliani. Oltre al Catania, c’è il Palermo, il Giarre, il Siracusa e l’appena retrocesso dalla B, Licata. Sormani fu riconfermato in quella stagione, quasi ad avere la consapevolezza che l’anno prima si poteva fare di più. La squadra fu nuovamente rinnovata con alcuni elementi di primo piano come D’Aloisio, Del Vecchio, Esposito, Pelosi, Vanzetto, Cecconi, Pauselli e Patta. Ma il campionato nonostante i buoni propositi fu peggiore di quello precedente, anche perché la dirigenza era spaccata all’interno. Dopo un avvio con un pareggio interno con il Monopoli per 0-0 e una doppia sconfitta con il Campania 3-2 e al Cibali con il Casarano 0-1, arrivano quattro vittorie di fila che accendono gli animi. Si vince a Terni 1-2, si supera senza tanti patemi il Nola per 2-0, si vince 1-2 anche il derby a Siracusa, e basta un gol per far fuori la Battipagliese. Ma è il solito fuoco di paglia. Il Catania chiude con 18 punti il girone d’andata mentre la coppia Casertana e Palermo volano verso la serie B. Nel ritorno il Catania va anche peggio e racimola appena 33 punti che valgono la salvezza all’11° posto. Miglior marcatore sarà ancora una volta Cipriani con 11 reti, dietro a lui Cecconi con 9.

Con la stagione 1991-92, il Catania torna in mano a un Massimino, ma stavolta è Salvatore detto “Turi” a prendere in mano la formazione etnea. Fu subito ingaggiato un allenatore di successo come Giuseppe Caramanno e varato un programma ambizioso che non mancò di far scaldare il pubblico catanese. Arrivarono molti giocatori validi come, Colasante, Spigarelli, Caini, Nicoli, Dondoni. C’era una squadra a livello promozione. Ma ancora una volta soffiarono i venti della discordia e le ambizioni non si tradussero in fatti concreti. Caramanno se ne andò quasi subito, dopo aver furiosamente litigato con Turi Massimino; vari ingaggi non furono perfezionati e i giocatori già presi restarono a casa. Uno vero sconquasso. Il Catania aveva ottenuto la prima vittoria per 0-2 a Licata e servirono addirittura otto settimane prima di vedere i rossazzurri vincenti al Cibali sulla Salernitana per 2-1. Il pomo della discordia scoppiò con l’esonero di Caramanno e l’inserimento nella panchina del nuovo tecnico Vannini. Il nuovo allenatore aveva il difficile compito di raccogliere i pezzi di una squadra allo sfascio. Nel frattempo anche Turi Massimino lasciava la dirigenza, mettendo tutto in mano al nipote Alfio Luciano, che visti gli scarsi risultati richiamò in panchina Caramanno per concludere la stagione, ma non si andò più lontano di un 6° posto con 34 punti. Ancora una volta i miglior realizzatore sarà Cipriani con 6 reti, seguito da Del Vecchio con 4 marcature.

Nell’estate del ’92 scoppia il primo campanello d’allarme. La Federcalcio impose al Catania Calcio precise scadenze per sanare il suo bilancio. Sembra tutto perduto, ma all’ultimo le garanzie furono versate da Angelo Massimino, tornato alla ribalta per l’ennesima volta. Con lui nuovamente alla guida della presidenza, arrivano elementi del calibro di Tontini, Grossi, Pittana, Di Bin, Bertolone, e c’erano ancora i due bomber d’attacco Cipriani e Pelosi. Tutti in mano a Salvo Bianchetti che ritornò nuovamente a sedere sulla panchina del Catania. L’avvio è travolgente. Al Cibali è di scena l’Avellino che passa con un gol di rapina e chiude in vantaggio nel primo tempo. Nella ripresa il Catania è un’altra squadra. Mette a segno addirittura cinque gol, scatenando gli entusiasmi di tutti i tifosi. La domenica dopo si pareggia in casa della Reggina per 0-0 e il morale è altissimo. Alla terza però i vecchi fantasmi vengono fuori e il Catania perde in casa con la Casertana per 1-2, poi due pareggi 0-0 con Casarano e Palermo, e nuovamente sconfitto a Perugia per 1-0. Alla settima giornata arriva un altro 5-1, stavolta contro il Nola, che sarà subito reso vano dalla sconfitta in casa dell’Acireale per 1-0. Subito dopo il Catania doveva giocare in casa prima con il Messina e poi con il Giarre. Se con i peloritani il 2-0 è cosa fatta, la sconfitta coi cugini garresi per 0-1 è un’atroce delusione. La marcia continuò sui ranghi dell’incertezza e alla fine con 34 punti il Catania giungerà all’8° posto. Fra i successi, quello conquistato alla Favorita contro un Palermo capolista fu fra i più memorabili: 0-2 con Cipriani che infilò il portiere rosanero poco oltre metà campo. Ma stava per finire tutto.

Nell’estate del ’93 la Federazione radierà il Calcio Catania per inadempienze finanziarie, a causa di un eccessivo tergiversare di Massimino alla consegna delle fidejussioni. Il 31 luglio 1993 il calcio Catania fu addirittura cancellato, ma solo dopo immensi dibattiti e ricorsi al TAR, la squadra fu riamessa ai campionati calcistici ma iscritta nel campionato di Eccellenza Siculo, con il torneo tra l’altro già iniziato. Riprendere dopo quel ruzzolone non fu agevole. Mentre si intrecciavano le azioni legali, e si cercava di bloccare i calendari, la “vecchia” guardia aspettava quel recupero in extremis che non giunse. Si dovette formare un’altra squadra per giocare il campionato di Eccellenza della stagione 1993-94. La prima gara si gioca in un Cibali da grandi occasioni in veste notturna, contro il Paternò. Finirà 0-0. Affidata a Franco Indelicato, cui subentrerà Renzo Barlassina, il Catania finisce al 3° posto e da lì fu poi ripescata nel C.N.D. Primo passo verso una risalita grazie alle reti di Mosca. Nel frattempo a Catania cominciò a prendere piede la nuova creatura di Franco Proto, l’Atletico Catania, che dopo inizi entusiastici, sparirà miseramente dopo appena sette anni.

Per l’annata successiva, 1994-95, il Catania arrivò primo con 53 punti nel girone I davanti il Milazzo a quota 51 e il Messina fermo a 44, guadagnando il passaggio in Serie C2. Lo aveva guidato in avvio un altro reduce dei tempi migliori, Giampiero Mosti, ma finì col prendere il posto il più esperto e navigato Busetta. Miglior marcatore Mosca con 19 reti. La squadra riaccese un grande entusiasmo, soprattutto quando giocò l’ultima partita a Gangi per 0-3.

L’anno dopo, il 1995-96, il Catania torna fra i professionisti, ma non fu certo un campionato eccellente. Valzer di allenatori, con Lamberto Leonardi all’inizio, poi Aldo Cerantola, poi nuovamente Franco Indelicato. I rossazzurri arrivano all’8° posto con 48 punti. Naccari e il lungo pelato D’Isidoro erano i punti di forza della prima linea, rispettivamente con 10 e 9 reti. Altri nomi di spicco erano Grillo, Intrieri, Pasquale Marino, Pellegrino, Sampino (detto il Sindaco) e Sparti. Ma ai primi di marzo, la città era stata dolorosamente scossa dal tragico incidente automobilistico in cui perse la vita Angelo Massimino sulla Catania-Palermo. La moglie dello scomparso, Grazia Codiglione, mantenne la direzione del Catania insieme ai parenti più vicini.

Non furono rose e fiori nemmeno l’anno dopo, quando il Catania nella stagione 1996-97, raggiunse i fatidici play-off. Alla guida tecnica dopo alcune giornate fu sostituito Angelo Busetta, con Giovanni Mei. Il Catania arriva in classifica al 4° posto con 54 punti e deve affrontare ai play-off la Turris. Ma la lotteria finale non vide vittorioso il Catania, che in casa impattò 0-0 e a Torre del Greco perse 1-0. Polemica immensa fu nei confronti di Mei, che nella gara di andata decise di non schierare Pannitteri, la punta più pericolosa. Capocannoniere del Catania e dell’intero campionato fu D’Isidoro con 13 reti, seguito a 11 realizzazioni da Pannitteri.

I sogni di promozione non si concretizzarono nemmeno nella stagione 1997-98. Al centro della contestazione sempre Mei che fu confermato anche nella stagione seguente. Dopo la sua parentesi subentrerà Franco Gagliardi. Fra i migliori giocatori si ricorda Intrieri, Furlanetto, Brutto che fu anche il miglior realizzatore con 5 reti, Del Giudice, Costa, D’Aviri, Faceta, Piperissa e l’estremo difensore Santarelli. Il Catania giungerà solo al 10° posto con 43 punti.

Finalmente nella stagione 1998-99, il Catania agguanta la serie C1 senza passare nemmeno dai play off. Il Catania vince il campionato piazzandosi al 1° posto con 59 punti davanti al Messina di Vittorio Torino che ne fece 58. Dovette questo significativo successo grazie alla vittoria nello scontro diretto con i giallorossi con rete di Manca. Al Messina toccò giocare i play off e perderli contro il Benevento. Finalmente al Cibali si rivede il pubblico delle grandi occasioni, e la squadra guidata da Piero Cucchi entra nel cuore dei tifosi. Con Bifera in porta si incasseranno solo 19 reti. Migliori realizzatori furono Passiatore con 8 gol, seguono Brutto e Lugnan con 6 reti, 5 li fece Manca e 4 il grande faticatore Marziano.

Il campionato 1999-2000, primo dopo il ritorno in serie C1, non risultò per nulla brillante. Guidata da Gianni Simonelli, la squadra rossazzurra fallì l’obiettivo dei play off che sembravano il minimo alla sua portata, piazzandosi al 7° posto con 49 punti. Era stato perso troppo terreno inizialmente, anche perché elementi di spicco su cui si era puntato ad inizio stagione era stati totalmente evanescenti, vedi Riccardo Zampagna, e tentare il recupero finale per raggiungere l’obiettivo era pressoché impossibile. La delusione dei tifosi era palpabile. Con 10 reti fu ancora una volta Passiatore il miglior realizzatore del Catania. Maturò allora un cambio di mano che doveva rialzare le sorti del Catania.



Fonte foto: mimmorapisarda.it; tuttoilcataniaminutoperminuto.it

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