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1950-1960

Nella stagione 1949-50, affrontare la serie B non fu uno scherzo, nonostante giocatori importanti come il difensore e capitano Piram, i terzini Messora e Zucchelli, i mediani Brondi e Ardesi. Si arrivò dodicesimi con importanti vittorie al Cibali come il 3-0 all’Alessandria, il 5-0 al Fanfulla e il 3-0 al Modena, vincendo in trasferta a Pisa (1-2), Prato (0-1) e Sesto (0-1). Unico derby quello con il Siracusa, dove il Catania ottenne un pareggio interno per 1-1 e una sconfitta al De Simone per 3-1.


Nell’anno seguente, il Catania giunge settimo in classifica vincendo gare importanti al Cibali con il Bari 2-0, con il Legnano 3-0 (che andrà in A umiliando i rossazzurri nel ritorno con un perentorio 5-0)e con la Reggiana 3-0. In trasferta vince con lo Spezia 0-1 e a Vicenza furoreggia 1-4. I derby con le siciliane si arricchisce anche con il Messina, dove il Catania perde al Cibali 1-2 e pareggia al Celeste 1-1. Contro gli aretusei, i rossazzurri ottengono una vittoria secca in casa per 3-1, cadendo in trasferta 2-0.


Nella stagione seguente, 1951-52, il Catania viene rilevato da Arturo Michisanti con il chiaro intento di lanciarlo verso la rincorsa alla serie A. Arrivano dal Livorno, Bartolini, un’ala che la stagione precedente aveva realizzato 14 gol e il mediano, famoso poi in futuro come C.T. della Nazionale in Spagna, Enzo Bearzot. Da non dimenticare le ale Randon e Toncelli e soprattutto l’attaccante italo-tedesco Guido Klein che sarà poi il miglior realizzatore nella storia del Catania con 47 marcature insieme ad Adelmo Prenna. Il Catania arrivò quarto dietro alla Roma, il Brescia e il Messina.


Michisanti ci riprovò l’anno dopo: prese il centravanti del Siracusa, Micheloni, e lo stopper Santamaria. La squadra fu affidata a Baldi. Il Catania va a vincere a Siracusa proprio con una rete di Micheloni, ma i siracusani non sono più all’altezza e a fine stagione retrocederà in serie C senza riuscire mai più a tornare in cadetteria. Con il Messina si vinse 2-1 ma il vero duello per tutta la stagione furono con i lilla del Legnano. All’andata i catenesi s’imposero 2-0, mentre i lombardi vinsero al ritorno per 2-1. Il Genoa staccò tutti con 44 punti, mentre per l’ultimo posto per la serie A dovevano giocarsela i rossazzurri e il Legnano. Si giunse alla partita conclusiva: il Catania doveva giocarla a Padova e le servivano i due punti per restare all’altezza dei lombardi. I rossazzurri non riuscivano a segnare, lo fece invece il Padova nel finale, ma dopo che una bottiglietta lanciata dalla tribuna aveva colpito alla testa e messa a terra uno dei guardalinee. L’arbitro Liverani di Torino, messo in piedi il suo assistente, fece continuare la partita. Citò il fattaccio sul referto ma giudicò regolare l’esito dell’incontro. Scoppiò una guerra. Michisanti, era ben appoggiato in Lega, si rivolse ai grandi capisaldi della Federazione e ottenne il capovolgimento del risultato. Catania e Legnano a quota 41! Ne scaturirebbe lo spareggio per la A, ma il Legnano si rivolse alla CAF che capovolse nuovamente il verdetto della Lega, considerando prevalente il giudizio dell’arbitro. Morale: Legnano promosso e squadre sciolte per l’estate con i calciatori al mare. Michisanti non si diede per vinto. Ottenne che il Consiglio Federale sciogliesse e nomini un’altra Commissione d’Appello Federale. Riesaminato il caso, fu nuovamente rovesciato il verdetto dell’arbitro con il Catania che ritrova i due punti e la fatidica quota 41. Si va allo spareggio fissato per il 28 luglio a Firenze, fra le polemiche dei legnanisti che non si allenavano da tempo mentre i rossazzurri avevano continuato ad a farlo regolarmente. Si richiamano i giocatori dalle vacanze e si gioca con il pronostico tutto a favore del Catania. Ma accade l’inverosimile. Il Legnano chiude il primo tempo sul 4-0 fra lo stupore generale. Il secondo tempo è pura formalità con il Catania che realizza il gol della bandiera con Quoiani. Una batosta che lascia strascichi.


Michisanti viene rimpiazzato dalla presidenza di Giuseppe Rizzo che rileva tutto il lucroso pacchetto della stagione precedente. La squadra è affidata a Piero Andreoli, mentre Bearzot viene convinto a restare in rossazzurro. Arrivano colpi interessanti come il portiere Seveso, il jolly Pirola, l’ala Bassetti che realizzerà a fine stagione undici reti e soprattutto la grande mezzala Michele Manenti autore di quindici realizzazioni. Il Catania non conosce rivali: si vince a Messina con un gol di Bassetti (anche se nel ritorno al Cibali cadrà in casa per 1-3). I rossazzurri vincono il campionato con otto giorni di anticipo pareggiando a Como 0-0.


Arriva così la prima storica promozione del Catania in serie A. E’ la stagione 1954-55 e il sede di mercato arrivano il portiere Bardelli, il mediano danese Karl Hansen, l’ala tedesca Karl-Heinz Spikofski e il centravanti Ghiandi che sarà anche autore del primo gol in serie A della storia del Catania. I rossazzurri mantenevano una buona andatura realizzando un rotondissimo 5-0 all’Udinese (che giungerà a fine stagione secondo dietro al Milan) con reti di Ghiandi e Spikofski. Si pareggiò in casa con l’Inter 1-1, e con il Bologna 2-2. Si pareggia con lo stesso punteggio anche con la Juventus con reti di Hansen e Bassetti. In trasferta il Catania vinse solo a Ferrara con la S.P.A.L. per 1-3. In trasferta si perse a Torino 1-0 con gol del ex Bearzot, a Bergamo con l’Atalanta 4-0, a Milano con l’Inter finisce 3-0 e con il Milan 2-0. Ottimo il pareggio in casa della Juventus 1-1. Una buona annata terminata al dodicesimo posto alla pari con Lazio e Triestina. Ma accade la bomba! La società è coinvolta in una brutta storia di giacchette nere che pilotavano partite. A pagare per tutti fu l’arbitro Scaramella, poi radiato dall’Aia. Il Catania pagò due partite in particolare, la vittoria casalinga contro l’Atalanta per 1-0 e quella col Genoa 2-0. La squadra fu retrocessa all’ultimo posto e retrocessa in serie B con l’Udinese anch’essa incriminata, permettendo a S.P.A.L e Pro Patria di conservare il posto in A.


Dopo il capitolo in massima serie, la società passa al triumvirato presidenziale Pesce-Orlando-Giuffrida, facoltosi commercianti catanesi che confermarono alla guida Andreoli. Il Catania nonostante i buoni propositi arriva solo quinto, mentre i cugini rosanero arrivano secondi e vanno in A con l’Udinese che risale subito dopo un anno di purgatorio. Con il Palermo arrivano due pareggi, 1-1 al Cibali e 3-3 alla Favorita. Contro il Messina arriva un doppio successo, 2-0 in casa e 0-1 al Celeste.


La grande rivincita fu sfiorata nella stagione 1956-57, con una oculata campagna acquisti. Fu ceduto il portierone Bardelli alla Sampdoria e arrivò un vero plotone dall’Inter: la mezzala Celio e l’ala Bicicli. Dalla Sampdoria arrivò il terzino Colangeli e l’attaccante Uzzecchini. In difesa ci sono Origgi, Toros e Grani. Come allenatore fu scelto Poggi. Grande stagione che per l’ennesima volta vede un finale in volata. L’ultima giornata di campionato il Catania va a giocare a Modena, se vince verrà promossa con il Verona, se pareggia potrà disputare lo spareggio con Alessandria e Brescia. La vittoria sembra a portata di mano, ma la rete non arriva, anzi, nel finale l’ala canarina Scarascia batte il portiere etneo Menozzi e il Catania rimane escluso dalla volata per la A, che vedrà promossa l’Alessandria dopo lo spareggio con le rondinelle. La doccia fredda della mancata promozione scatena un cataclisma. Ci furono forfait, rinunce, rimase il presidente Pesce e l’allenatore Poggi ma la campagna acquisti risultò inadeguata e andò via anche Uzzecchini.


Nel 1957-58 il Catania arriva solo tredicesimo in un campionato di B senza retrocessioni. I derby con il Messina sono tutti vinti, 1-0 al Cibali e 0-2 al Celeste (unica vittoria in trasferta della stagione). Con il Palermo arrivano due pareggi per 0-0 e 1-1. La dirigenza mandò via Poggi e lo sostituì con Riccardo Carapellese, vecchia gloria della Nazionale. Ma le cose continuano a peggiorare fino alla conclusione della stagione, così arrivarono nell’ordine prima nuovamente Cocò Nicolosi, e poi un quarto tecnico, il barese Capocasale, ma senza nessun gran risultato.


Nel 1958-59 le cose peggiorano. Clamorosamente Michisanti riprende le redini della presidenza del Catania e chiama un tecnico jugoslavo, il quotato Marianovic. Ma il rendimento del Catania è deprimente e la campagna acquisti è al di sotto della media. Il Catania vince in trasferta solo con il Marzotto, il Vigevano, il Prato e il Novara. Contro il Palermo che andrà in serie A con l’Atalanta arrivano un pareggio interno senza reti e una sconfitta di misura in trasferta. Con il Messina si ottenne una vittoria per 2-1 al Cibali e un pareggio esterno per 0-0. Ma ecco la prima fase della svolta, a campionato ben più che avanzato, Marianovic viene esonerato e viene promosso l’allenatore dei ragazzi Carmelo Di Bella, senza grandi esperienze di grandi piazze. L’accoglienza dei tifosi fu tiepida, da sempre abituata a grandi allenatori. Si fece arrivare allora l’ex attaccante degli anni trenta Felice Borel, ma i risultati furono inguardabili. Appena pochi punti e fu rimandato al mittente. In una situazione disastrosa proprio le vittorie a Valdagno e a Prato sotto la guida di Di Bella, permetterà ai rossazzurri di arrivare sedicesimi e salvarsi.


Nell’estate del ’59, scoppia il problema economico, con Michisanti incapace di poter gestire il giocattolo catanese, così si apre l’era di Ignazio Marcoccio. Il nuovo presidente, stimato e ben agganciato con i grandi club, mette alle redini del suo Catania, il già collaudato Di Bella. La tifoseria è scettica per il tecnico scelto, ma il Catania è largamente potenziato e rinnovato. Arrivano dal Livorno il portiere Gaspari, i difensori Boldi della Juventus e Michelotti del Como, i centrocampisti Biagini dal Palermo e Ferretti ancora dal Como. In attacco giungono Compagno dal Livorno e Morelli dal Legnano. C’è anche un giovane mediocentrista, Bruno Pizzul, proveniente dalla Cremonese, che in futuro sarà più famoso per le sue telecronache. Ma il vero asse portante della formazione etnea è il duo difensivo Corti (il capitano) con Grani e quello di centrocampo Biagini-Ferretti. Una grande squadra. Nel girone di ritorno, ottiene undici risultati consecutivi e conquista il terzo posto. Ma ancora una volta è costretto all’ultimo forcing. La Triestina è l’unico baluardo ad inseguire, anche se è a due punti di distacco. L’ultima gara il Catania la deve giocare a Brescia, mentre la Triestina va a Parma. Il campo delle rondinelle non è dei più facili e infatti il Catania va addirittura sotto di quattro reti nel primo tempo, anche se nel secondo realizza due marcature per rendere il passivo meno amaro. Sarebbe bastato solo un pareggio. Il Catania è un’ecatombe e la notizia che la Triestina vincesse a Parma, aveva mandato tutti i giocatori in campo in preda allo sconforto. Ma è nel finale che si venne a sapere che il Parma aveva pareggiato portandosi sul 2-2. E’ un tripudio! Il Catania arriva terzo con un punto di vantaggio sulla Triestina e ottiene l’ultimo posto valido per la promozione dietro a Torino e Lecco.

Fonte foto: mimmorapisarda.it; tuttoilcataniaminutoperminuto.it

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