Caserta e Catania si rincontrano ancora una volta in un campo che, per oltre cinquant’anni, ha rappresentato un crocevia di emozioni, delusioni e – più di recente – riscatti. Lo stadio “Alberto Pinto”, casa della Casertana, non è mai stato terreno particolarmente fertile per i rossazzurri: su quindici confronti ufficiali, il Catania è riuscito a imporsi soltanto in due occasioni. Eppure, in quel rettangolo di gioco campano si intrecciano storie che raccontano molto più di semplici risultati sportivi: sono pagine di un lungo rapporto fatto di rivalità, rispetto e di partite che hanno lasciato il segno.
La prima volta che i destini delle due squadre si sono incrociati risale al 30 agosto 1970, in Coppa Italia. Il Catania, appena tornato in Serie A, si presentò a Caserta in un clima teso, con i giocatori in rotta con il presidente Massimino per questioni economiche. Di fronte a un pubblico entusiasta e caloroso, la gara terminò 0-0, preludio di una rivalità destinata a durare.
Cinque anni dopo, nel gennaio 1975, il confronto si ripeté in campionato, in Serie C. In porta per la Casertana c’era Armando Buffon, parente del futuro campione del mondo Gianluigi. Anche quella volta, la sfida finì senza gol, ma i rossazzurri di allora avrebbero comunque chiuso l’anno con la promozione in tasca.
Bisognerà aspettare oltre un decennio per rivedere la sfida. Tra il 1987 e il 1993, il “Pinto” divenne un terreno ostico per il Catania, che tornò più volte a casa a mani vuote. Nel gennaio 1988 una rete su rigore di D’Ottavio, futuro giocatore etneo, punì i rossazzurri nel recupero. Dodici mesi dopo fu Clementi a firmare un altro 1-0, mentre nel 1990 i falchetti travolsero gli etnei 3-1, con il solo lampo rossazzurro di un’autorete.
Il trend cambiò solo nei primi anni Novanta, quando il Catania riuscì a strappare due pareggi consecutivi (1991 e 1993), entrambi con il classico 0-0, mostrando maggiore compattezza e carattere.
Nel 1996, la sfida si giocò in Serie C2 e vide un altro pareggio (1-1), con il Catania avanti grazie a D’Isidoro e raggiunto poco dopo da Sparacio. Poi, per quasi vent’anni, il duello si spense, fino a riaccendersi con la caduta degli etnei in Lega Pro.
Nel 2015-16 la Casertana, lanciatissima in vetta al campionato, superò il Catania 2-0 in un clima rovente. Il match, giocato in notturna, fu segnato anche da tensioni sugli spalti e da un lungo strascico disciplinare. L’anno successivo il copione cambiò: 0-0 e punto prezioso per i rossazzurri, capaci di resistere all’assedio dei campani e di centrare i play-off.
Ma la sfida tornò a farsi amara nel 2017, quando un gol di De Marco consegnò alla Casertana un nuovo successo, tra l’altro in un contesto di forte rivalità tra le tifoserie. Nel 2018-19, invece, fu il Catania a sfiorare il colpaccio: avanti con Curiale, venne raggiunto in extremis dal beffardo pareggio di Floro Flores.
Nel 2020-21, in piena era post-Covid, andò in scena uno dei match più movimentati della serie recente: cinque gol, un rigore sbagliato e tante emozioni. Vinse la Casertana 3-2, ma il Catania uscì dal campo tra i rimpianti, dopo aver protestato per un rigore non concesso nel finale.
Ci sono voluti oltre cinquant’anni perché il Catania potesse finalmente espugnare il “Pinto”. È successo il 1° ottobre 2023, con una prestazione travolgente: 4-0 firmato dalle doppiette di Chiricò e Di Carmine, due prodezze da cineteca e un dominio tecnico mai visto in terra campana. Fu la gara della svolta, quella in cui i rossazzurri dimostrarono di saper vincere anche in uno dei loro campi più stregati.
Un anno dopo, nella stagione 2024-25, la squadra di Toscano ha confermato quel cambio di tendenza: sotto di un gol contro la Casertana con Mancini, il Catania ha reagito da grande, ribaltando la partita con Guglielmotti, Jimenez e Inglese per un 3-1 che ha sancito la seconda storica vittoria in Campania.
Nel computo totale, il bilancio parla chiaro: sei vittorie della Casertana, sette pareggi e due successi del Catania, con 14 gol campani contro 12 etnei. Ma più dei numeri, contano le storie: le rivalità accese degli anni Ottanta, le battaglie di Lega Pro, i duelli a porte chiuse dell’epoca recente.
Oggi il “Pinto” non è più un tabù, ma resta un campo dal fascino particolare, dove ogni partita sembra scrivere un nuovo capitolo della storia del Catania. E se il passato è stato spesso amaro, il presente racconta di una squadra che ha imparato a vincere anche dove, per decenni, non riusciva nemmeno a respirare.