L’ex attaccante del Catania, Cosimo Chiricò, oggi protagonista con la maglia del Casarano, è tornato a parlare della sua breve e complessa esperienza in rossazzurro nel corso di un’intervista rilasciata a La Casa di C. Un periodo difficile, segnato da aspettative disattese e da un epilogo amaro, ma che Chiricò non rinnega, anzi definisce come una tappa importante della sua crescita personale.
“Catania mi ha fatto crescere tantissimo, soprattutto a livello umano. Giocare al Massimino per me ha rappresentato sinceramente un onore. Le cose sono andate progressivamente male, anche per le condizioni generali in termini di preparazione. Il gruppo nei singoli era forte ma questo, si sa, nel calcio non può bastare”.
Un’ammissione di responsabilità che riflette la maturità di un calciatore che, pur non avendo lasciato il segno in Sicilia, riconosce il valore umano di quell’esperienza: "Mi assumo tutte le mie responsabilità sul campo perché quando le cose non vanno ritengo sia giusto farlo. Senza alibi, con onestà, purtroppo ha prevalso un mix negativo di fattori. Ci tenevo a ringraziare tutti perché a Catania io ho vissuto comunque un sogno, anche per merito degli affetti che custodisco. Ho ricordi bellissimi, abbiamo vinto un trofeo nonostante tutto il caos”.
Chiricò ha poi rivelato quanto abbia sofferto la mancata reintegrazione nella scorsa stagione, episodio che ha lasciato il segno più profondo nella sua carriera: "Non essere stato reintegrato l’anno scorso è stata una mazzata, avevo la percezione questo potesse avvenire. Ho tolto le foto perché in occasione del comunicato è stata scelta una mia foto in pettorina, con lo stemma appena visibile. Mi sono sentito sminuito, come fossi un ragazzino e ho agito d’istinto in risposta alla mia sofferenza, nulla contro la città. Non aver lasciato il segno lì resterà per sempre il rimpianto più grande della mia carriera”.
Parole di rimpianto per l’attaccante pugliese, che oggi sta ritrovando serenità e rendimento al Casarano, avendo totalizzato 6 gol in 9 partite giocate.
