IN ATTESA DI SECONDA E TERZA MAGLIA...UNO SGUARDO AL PASSATO
07-08-2025 11:15 -
Autore: Andrea Mazzeo
Mentre l’aria intorno al Massimino vibra di aspettativa per le nuove maglie away e third del Catania 2025/26, cresce la voglia di guardare al passato con una punta di nostalgia. Soprattutto per chi ancora custodisce nel cuore il ricordo della storica maglia del 1982/83, capolavoro di semplicità e identità.
L’era senza marchi: un inizio “autentico” All’inizio della stagione 1982/83, il Catania scese in campo senza sponsor sul petto. In un campionato di Serie B che si annunciava già esaltante per i rossazzurri, emerse subito la tradizionale determinazione della squadra, impreziosita da tre vittorie consecutive in trasferta — sfoggiando con orgoglio solo i colori, liberi da loghi commerciali.
Questa scelta, voluta o subita, incontrò il favore dei tifosi più tradizionalisti — quei “misoneisti” che difendono gelosamente le sacre consuetudini e si oppongono alle avanguardie di marketing che, secondo loro, potrebbero snaturare l’anima del club. Fu però durante la 18ª giornata, il 16 gennaio 1983 contro la Lazio al Cibali, che accadde qualcosa di inatteso: sul petto delle casacche apparve in bello stile lo sponsor Haribo. Un cambiamento marcante, subito dopo il pareggio eroico per 1‑1 — grazie al rigore siglato da Mastalli all’ultimo respiro — in uno stadio in ebollizione.
Una maglia dal valore inestimabile, sia con lo sponsor che senza, che nella sua versione in "bianco" riaccende i ricordi degli spareggi di Roma per la Serie A contro Cremonese e Como.
Haribo, gigante tedesco dei dolci fondato a Bonn nel 1920 da Johann "Hans" Riegel — da cui il nome (HA‑RI‑BO) — era divenuto ormai un colosso globale. Il suo inserimento nella maglia del Catania rappresentò sia una sferzata di modernità sia un’autentica curiosità: non un avvicinamento attraverso la casa madre, ma un accordo con i concessionari regionali del marchio, prassi comune all’epoca nelle sponsorizzazioni sportive.
L’esordio della scritta "Haribo" fu celebrato perfino con una nuova foto ufficiale della squadra, immortalando questo passaggio storico con emozione e leggenda.
Quegli anni, segnati dalla presenza di televisioni private, videro spot dove si esaltava il consumo di dolci senza freni, riflesso di un’ideologia popolare e zuccherosa che Haribo incarnava appieno. Il suo logo, con un bambino stilizzato inconfondibile, divenne un’immagine familiare. Nella Catania popolare di allora, una trasmissione come “Grunf!” su Telecolor, condotta da Filippo Aricò con lo slogan satirico “Bambini, abbuffatevi! Perché mangiare è bello!”, catturava lo spirito ironico e comunitario di quel periodo, perfettamente in sintonia con la dolce predisposizione degli anni Ottanta.
Oggi, in attesa di conoscere le nuove divise 2025/26, la memoria affettuosa della maglia 1982/83 rimane una musa preziosa. Potrebbe ispirare dettagli raffinati: dalla scelta dei materiali a texture vintage, fino a ricorrere a grafiche friendly retrò, omaggiando quell’istante in cui modernità e tradizione si incontrarono.
Per i romantici del tifo rossazzurro, quella maglia non è solo un capo d’abbigliamento, ma un simbolo di passione, identità e meraviglia sportiva — un’eredità vivida che merita di rifiorire nelle nuove generazioni.