Una domenica da dimenticare, anzi, da cancellare in fretta. Il Catania cade rovinosamente al “San Vito-Marulla” contro un Cosenza in piena crisi societaria e con lo stadio deserto, eccezion fatta per i tifosi rimasti all’esterno a protestare contro la dirigenza rossoblù. Un ko pesante non solo nel punteggio, ma soprattutto nella forma, che riporta alla mente i fantasmi della scorsa stagione.
Dopo tre vittorie consecutive, ci si attendeva una prestazione di continuità, ma in campo si è visto tutt’altro: una squadra svogliata, sulle gambe, quasi appagata dai successi ottenuti fin qui. Il tentativo di costruire gioco è apparso sterile e approssimativo, con una preoccupante tendenza a lanci lunghi e poco ragionati, nella speranza che qualche pallone vagante potesse raggiungere Forte. L’attaccante, però, è rimasto isolato e ben controllato dalla difesa calabrese, senza mai ricevere rifornimenti adeguati.
Fin dalle prime battute l’atteggiamento dei rossazzurri è parso quello di una squadra rimasta negli spogliatoi. Il Cosenza ha preso in mano il centrocampo con una superiorità imbarazzante, sfruttando la totale mancanza di equilibrio in mezzo al campo. L’esperimento di Toscano di schierare Jimenez in una mediana a due si è rivelato fallimentare: l’italo-spagnolo non ha le caratteristiche né di un interdittore né di un regista capace di avviare l’azione.
Ancora più preoccupante la prova della difesa, apparsa in totale blackout. Gli errori individuali e di reparto hanno finito per dare nuova linfa a una squadra, il Cosenza, che fino a pochi giorni fa sembrava allo sbando.
La débâcle è stata corale: da Cicerelli, uno dei protagonisti delle prime giornate, a Dini, incerto e insicuro tra i pali. A complicare il quadro, il ritorno dell’incubo infortuni che aveva già condizionato la scorsa stagione. Dopo lo stop di Celli della settimana scorsa, ieri è toccato ad Aloi alzare bandiera bianca.
Un campanello d’allarme forte, soprattutto considerando che in estate era stato garantito che i problemi legati alla preparazione e agli allenamenti al “Cibalino” fossero stati risolti.
Se la sconfitta di Cosenza brucia per le modalità, lo fa ancor di più guardando alla classifica. Salernitana e Benevento hanno iniziato a correre, mentre il Trapani – senza la penalizzazione – sarebbe già davanti ai rossazzurri. Toscano e la squadra non possono permettersi altri passi falsi.
La sfida di sabato contro il Sorrento diventa così cruciale: una partita da vincere a tutti i costi per evitare di parlare di un campionato già in salita dopo gli elogi ricevuti nelle prime tre giornate. Un altro Catania sulle gambe, come quello visto a Cosenza, sarebbe oltremodo preoccupante sia in chiave classifica che sul piano del morale.