Autore: Andrea Mazzeo
Finisce finalmente questo estenuante
calciomercato estivo. Mai come quest’anno il periodo precedente all’inizio di un campionato è stato caratterizzato da
cambiamenti umorali che nemmeno il miglior oroscopo di Paolo Fox avrebbe potuto interpretare osservando le stelle.
Siamo passati dalle battute sullo “
Stiamo valutando”, al “
Pimmia ponu morriri, tantu n’abbonu”, al “
Pelligra tonnitinni in Australia” agli elogi “
Grande squadrone”, “
Semu già nda B” al “
Faggianu ci po’ fari i scappi a Pastore”.
Si sa,
il cuore del tifoso rossazzurro è volubile, ma mai come quest’anno abbiamo vissuto un’estate tanto anomala
sportivamente parlando.
Finalmente possiamo dimenticarci gli episodi legati al
mancato rinnovo di Inglese e alle decantate promesse di nuovi arrivi (poi in effetti mantenute) per dedicarci al solo ed unico giudice: il
rettangolo di gioco.
Non si può però passare sopra al fatto che le indicazioni arrivate ad
inizio mercato, ovvero
mantenere buona parte della rosa dello scorso anno, siano state poi sovvertiti dai fatti. Allo stato attuale il Catania, sui
23 della lista che domani presenterà in Lega, ben
11 sono nuovi arrivi, condizione, questa, che mostra fedelmente come stavolta il tecnico
Toscano abbia voluto mettere becco sulla decisione di chi far arrivare chi.
Al di là dei possibili correttivi che potevano essere fatti a
centrocampo, aggiungendo magari un elemento in più, è innegabile la
competitività di questa squadra che potrà contare su una
coppia per ruolo assolutamente affidabile, che non richiederà l’innesto di adattati.
Il lavoro portato a termine da
Pastore è stato lodevole e la ciliegina
Caturano ha guarnito una torta quasi perfetta.
Sì “quasi”, perché a voler
far le pulci, le uniche pecche sono rimaste le presenze di
Luperini e
De Rose nel libro paga del Catania. Ma vogliamo dimenticare cosa fatto con
Tello, Marsura, Peralta, Bocic e chi più ne ha più ne metta?L’unica vera grossa pecca rimane l’incognita
Jimenez che rischia ogni giorno di tramutarsi in un “
nuovo caso Inglese” se il giocatore non dovesse accordarsi per il rinnovo prima della fine dell’anno, rischiando di
perderlo a parametro zero.Obiettivamente perdere due elementi anagraficamente giovani come
Allegretto e
Quaini per ripiegare su “
veterani” della categoria non a tutti è sembrata una scelta condivisibile. Resta il fatto che il mercato è ormai chiuso e di Buglio, Frascatore & company
non ne vogliamo sentire fino ad inizio gennaio.Adesso dedichiamo ad un campionato che già dalle prime battute si presenta
complesso ed ostico, i cui ostacoli andranno superati “
step-to step”. Per ora il primo si chiama
Monopoli.
Per scambiare le figurine si penserà all’anno nuovo.