Cicerelli out, Catania chiamato a cambiare volto e pesare di più fuori dal campo

26-11-2025 10:20 -

Autore: Pier Andrea Aidala

Il successo ottenuto contro il Latina ha donato nuovamente al Catania la vetta della classifica in coabitazione con la Salernitana. La prova offerta dai rossazzurri domenica non sarà certo annoverata tra le gesta eroiche dell’elefante, ma ha riconsegnato fiducia e soprattutto i tre punti ai ragazzi di Toscano, ancora scottati dall’inaspettata sconfitta di Casarano e scossi ad inizio match dal terribile infortunio occorso a Cicerelli.

La vittoria del Massimino è un ennesimo indizio di quanto lo stadio casalingo sia quel fortino su cui costruire gran parte delle ambizioni di promozione diretta. La casella dei gol subiti in casa è immutata da inizio torneo, con Dini ancora una volta imbattuto tra le mura amiche malgrado una difesa ridisegnata forzatamente a causa delle numerose assenze.

Proprio il dato relativo all’emergenza vissuta da Toscano in termini di indisponibili è da osservare con particolare attenzione: alla squalifica di Quaini e agli infortuni di Ierardi, Pieraccini, Martic, Raimo e Aloi si è aggiunto come detto il lungo stop di Emmanuele Cicerelli. Il tecnico calabrese è stato costretto a ridisegnare la retroguardia con Allegretto braccetto di destra, per di più senza ricambi a cui attingere a gara in corso, né in difesa né sugli esterni o in mediana. L’ intervento da rosso diretto di Porro, sanzionato soltanto con un giallo dal direttore di gara ha fatto piombare nel buio i tifosi rossoazzurri e ha privato Toscano del miglior giocatore di tutta la Serie C.

Se è vero che il girone meridionale è più un campionato di spada piuttosto che di fioretto, non è più ammissibile rimanere in silenzio a seguito di episodi gravi sistematicamente contrari al Catania. Le stesse dichiarazioni post partita del tecnico pontino Bruno non erano sembrate concilianti e avevano il sapore amaro della beffa. L’esito degli esami al numero 10 rossoazzurro ha completato un quadro sconfortante. La dirigenza etnea ha adesso il dovere di alzare la voce e fare rumore in maniera decisa e ufficiale, per tutelare le stesse ambizioni di vittoria finale ma allo stesso tempo per pretendere equità di giudizio e rispetto per i propri tifosi e tesserati.

Sul rettangolo verde, Toscano avrà un’ardua gatta da pelare. Sostituire il fantasista ex Ternana non sarà facile, ma necessario almeno fino a gennaio. D’Ausilio, Stoppa e Jimenez si candidano per calpestare le zolle precedentemente occupate da Cicerelli, con Rolfini outsider in una rotazione che porterebbe Lunetta in pianta stabile a sinistra e l’ex Vicenza largo sulla destra. All’apertura del mercato il DS Pastore sarà poi chiamato all’ennesimo colpo per garantire qualità e imprevedibilità in un reparto che prima del “regalo” amaro di Porro non necessitava di alcun rinforzo.

Il campionato, malgrado ciò non attende e la squadra dovrà assorbire in fretta il colpo e concentrarsi sul Picerno. Di certo, il rendimento esterno sin qui non è da incorniciare. Nelle sette trasferte sin qui giocate, il Catania ha ottenuto soltanto nove punti, frutto di 2 vittorie, 3 pareggi e 2 sconfitte. Il Cosenza, probabilmente la squadra più in forma del momento, ha guadagnato lontano dal “Marulla” un bottino di ben 14 punti, esattamente come l’altalenante Salernitana di Raffaele.

E’ oggettivo come i rossoazzurri contro i Melandrini abbiano l’occasione irripetibile di scavare un piccolo solco ai danni delle avversarie. Il prossimo turno vedrà infatti Benevento e Salernitana battagliare al “Vigorito” in un match che dirà molto sullo stato di salute delle campane. Il Cosenza, invece, farà visita al fanalino di coda Foggia e a meno di catastrofi inaspettate avanzerà ancora di tre lunghezze. I ragazzi di Toscano non dovranno sbagliare approccio prima di tutto emotivo al “Donato Curcio”, in un rettangolo verde ancora una volta stretto e per di più su manto sintetico, spesso binomio indigesto all’elefante. Ora più che mai è corretto parlare di esame di maturità, in un momento cruciale della stagione etnea.

Se l’elefante è ancora lì in vetta nonostante gli infortuni, le decisioni arbitrali avverse, le squalifiche, i divieti di trasferta per i tifosi e un’espressione di gioco talvolta non eccelsa un motivo ci sarà e probabilmente va ricercato nell’ottimo della dirigenza e nella coesione del gruppo creata da Toscano. In fondo, al termine del campionato, ci si ricorderà soltanto dei pugni verso l’alto in segno di successo o delle teste basse in caso di mancata promozione. Meglio dunque un Catania brutto, sporco e cattivo purché vincente, piuttosto che bello ma incompiuto. L’augurio è che tra migliaia di braccia alzate alle pendici dell’Etna, ad aprile ci sia già in campo la casacca numero 10 rossazzurra, protagonista della giocata decisiva che varrà la Serie B. Contro tutto e tutti.