Cicerelli ko al malleolo: il Catania si compatta attorno al suo numero 10

26-11-2025 08:54 -

Autore: Redazione

Il verdetto arrivato ieri pomeriggio ha gelato l’entusiasmo di un Catania lanciato in alta classifica: Emmanuele Cicerelli dovrà stare lontano dai campi per almeno quattro mesi. La frattura del malleolo tibiale e le ulteriori lesioni alla caviglia destra, emerse dagli esami strumentali, hanno smontato in un attimo le speranze nate nelle ore precedenti. Il trequartista, infatti, si era presentato puntuale alle 8 del mattino al “Massimino” per assistere alla seduta di scarico della squadra, mostrando un atteggiamento più sereno e parole improntate al cauto ottimismo. Le successive valutazioni mediche, però, hanno ribaltato completamente quel clima di fiducia.

L’intervento di Porro, avvenuto dopo pochi secondi di gioco, continua a far discutere. Un fallo ritenuto da molti duro e scomposto, valutato con eccessiva tolleranza dall’arbitro, che non ha estratto il cartellino rosso. A peggiorare la situazione ci si sono messe anche le dichiarazioni del tecnico del Latina, che ha liquidato la vicenda con un “può capitare, il calcio è fatto di fisicità”, frase percepita come fuori luogo dai tifosi rossazzurri, già scossi dalla gravità dell’infortunio. Il web, nelle ultime ore, è stato teatro di una comprensibile ondata di indignazione.

Il danno tecnico per il Catania è enorme. Cicerelli è considerato uno dei giocatori più rappresentativi non solo della rosa rossazzurra ma dell’intera Serie C: qualità, creatività, spirito di sacrificio e un approccio sempre positivo che lo hanno reso centrale nel gruppo. Il club, dopo aver ricevuto l’esito definitivo degli esami, ha scelto di non rilasciare dichiarazioni ufficiali. Una linea dettata dalla volontà di guardare avanti, senza alimentare ulteriori polemiche sull’arbitraggio o sulle responsabilità dell’avversario.

Lo spogliatoio ha reagito con una miscela di rabbia e orgoglio: i compagni hanno immediatamente fatto quadrato, promettendo di lottare anche per il numero 10, come confermato da chi ha vissuto da vicino le ore successive alla diagnosi. È un sentimento che richiama un precedente doloroso per il mondo rossazzurro: l’infortunio di Bergessio nel 2013, quando un intervento duro di Chiellini gli costò la frattura di tibia e perone. Allora l’argentino ricevette le scuse dell’avversario, ma la squadra perse comunque un punto di riferimento. Il paragone regge solo in parte: questa volta il Catania ha alternative valide nel ruolo di trequartista, giocatori pronti a contendersi il posto con spirito di squadra e rispetto per chi dovrà assistere dalle tribune.

Come riportato da La Sicilia, nell’ambiente rossazzurro è già scattato un riflesso di compattezza. La maglia di Aloi, portata nello spogliatoio a Casarano, potrebbe essere affiancata presto da quella di Cicerelli, trasformando una ferita sportiva in un ulteriore collante emotivo. Sabato a Picerno e poi il 5 dicembre contro il Crotone il Catania dovrà dimostrare di saper reagire con maturità, mantenendo lucidità, concentrazione e fame di punti.

Il gruppo non aveva bisogno di nuove motivazioni, ma ora ne ha una che pesa più di tutte: continuare a correre anche per chi, suo malgrado, sarà costretto a farlo solo con lo sguardo. Il Catania perde un talento, ma ritrova un motivo in più per non fermarsi.