Alla vigilia della sfida tra Catania e Latina, a parlare è Jefferson Andrade Siqueira, doppio ex che conosce come pochi il peso delle due maglie. Nell’intervista concessa a Il Messaggero, l’attaccante ripercorre le sue esperienze nelle due piazze, sottolineando il valore umano e sportivo di anni che hanno segnato il suo percorso. Per lui, Latina e Catania non sono soltanto luoghi dove ha giocato, ma capitoli decisivi della sua carriera e della sua vita. "Sono due emozioni forti", ha spiegato, ricordando come in nerazzurro abbia vissuto "la B conquistata ai play off, il sogno accarezzato della A e il grande affetto dei tifosi", mentre in rossazzurro ha condiviso "un'annata incredibile che ci ha portati a riconquistare il professionismo. Una stagione indimenticabile".
Nel racconto pubblicato da Il Messaggero, Jefferson torna anche sul suo rapporto con Alessandro Bruno, oggi allenatore del Latina e all’epoca compagno di reparto nella formazione che inseguì la Serie A. Il brasiliano ne traccia un identikit preciso: "Il Colonnello è sempre stato un uomo di gruppo, una persona empatica, un trascinatore". Non solo: dal suo punto di vista, Bruno rappresentava un riferimento costante in campo, “un calciatore di temperamento che dava tutto per i compagni". E dopo averlo osservato anche nella nuova veste, Jefferson aggiunge: "È un vero professionista, lavora tanto sul campo e spero possa far bene nella sua avventura con i nerazzurri".
L’ex attaccante ha commentato anche il momento difficile del Latina, una squadra che segue ancora da lontano. "Ho avuto modo di vedere alcune partite", ha raccontato, facendo notare come la presenza di molti giovani accanto a giocatori più esperti richieda fisiologicamente tempo per trovare la giusta amalgama. Nonostante le difficoltà attuali, rimane ottimista: "Ci sono a mio avviso ampi margini di miglioramento e auguro al Latina di fare il salto di qualità vista anche l'attuale situazione di classifica".
L’intervista ha poi toccato il tema della crisi del gol, un argomento delicato per qualsiasi attacco in cerca di continuità. Jefferson, da centravanti puro, ha scelto un approccio pragmatico: "Ci sono sempre una serie di componenti in ballo quando si vedono delle criticità". Secondo l’ex Catania, il lavoro quotidiano resta la base di qualsiasi crescita: "Ho avuto modo di vedere la squadra in allenamento, danno tutti il massimo e attraverso il lavoro si può migliorare anche sotto l'aspetto offensivo". E a proposito delle soluzioni, elenca tutto ciò che un reparto d’attacco deve affinare: "Lettura delle situazioni, incisività sotto porta, occorre curare ogni aspetto, ma la qualità c'è".
Guardando alla sfida del Massimino, Jefferson non ha nascosto che il contesto potrebbe pesare. "Il pronostico sembra essere dalla parte dei padroni di casa, vuoi per la classifica, vuoi per il fattore campo", ha ammesso. Ma non per questo considera la gara già segnata: "Sono certo che il Latina darà battaglia". A suo giudizio, i nerazzurri, proprio nelle partite contro le squadre più attrezzate, hanno dimostrato "di essere incisivi" e di potersi adattare a ritmi più alti e ambienti più caldi. Per strappare un risultato, però, servirà una prova mentalmente perfetta: "Tanta attenzione, compattezza, lucidità nelle scelte. Solo con una prestazione di sostanza, il Latina può pensare di uscire con dei punti da uno stadio infuocato".
L’intervista si chiude con un pensiero personale rivolto proprio a Bruno. Alla domanda su quale messaggio gli rivolgerebbe, Jefferson ha risposto senza esitazioni: "Di essere semplicemente se stesso e non mollare mai".